“Roberto Devereux” al debutto con la regia di Antoniozzi

Devia è Elisabetta I. Al Regio di Parma il 15, 18, 22 e 25 marzo

12 marzo 2018

Dopo ben 178 anni torna al Teatro Regio di Parma Roberto Devereux, tragedia lirica annoverata tra i più grandi successi di Gaetano Donizetti, rappresentata per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli nel 1837 e rimasta in scena quasi senza interruzioni per una decina di anni, in sette teatri italiani, e nelle versioni in francese, tedesco, russo e ungherese riproposta in altri paesi europei e in America.

Oggi l’opera torna in scena nell’allestimento del Teatro Regio – coprodotto con il Teatro Carlo Felice di Genova e il Teatro La Fenice di Venezia – firmato da Alfonso Antoniozzi. Il debutto è previsto per giovedì 15 marzo alle 20.00 (con tre repliche programmate per domenica 18 marzo alle 15.30, giovedì 22 marzo alle 20.00 e domenica 25 marzo alle 20.30).

Composta in tre atti su libretto di Salvadore Cammarano – tratto dalla tragedia “Elisabeth d’Angleterre” di Jacques-François Ancelot – l’opera fa parte (assieme ad “Anna Bolena” e “Maria Stuarda”) del cosiddetto “Ciclo delle regine Tudor” di Donizetti. La vicenda è ispirata all’amore segreto tra la regina Elisabetta I d’Inghilterra e il conte d’Essex, ovvero Robert Devereux, con alcune licenze artistiche (come l’abdicazione finale di Elisabetta, mai avvenuta nella realtà).

Elisabetta, come spiega il regista Alfonso Antoniozzi, “recita per la sua corte un equilibrio che si va lentamente sgretolando, tenuto insieme solo dall’immagine di uno scettro e di una corona… in una corte dove tutto è teatro, dove le parole sono pesate, dove le intenzioni non sono mai palesi, dove niente è come appare, tutti si muovono come su di un grande palcoscenico, consci di essere osservati, giudicati, fraintesi: tutti sono personaggi e allo stesso tempo tutti sono pubblico su un palcoscenico dove è il potere a raccontare sé stesso, ma l’uomo non si racconta mai”. Ma alla fine è proprio Elisabetta a trovare il coraggio di mostrarsi per quella che è, come puntualizza ancora Antoniozzi: “rivela il sacrificio di una vita al suo popolo sgomento, al suo pubblico, costringendo tutti noi a guardarci dolorosamente dentro, a smascherarci, a rappresentare, finalmente, noi stessi”.

Nei ruoli di Elisabetta e di Roberto si cimentano Mariella Devia e Stefan Pop, diretti da Sebastiano Rolli sul podio dell’Orchestra dell’Opera Italiana e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.

Gli altri protagonisti sono Sonia Ganassi (Sara, duchessa di Nottingham), Sergio Vitale (duca di Nottingham), Matteo Mezzaro (lord Cecil), Ugo Guagliardo (sir Gualtiero Raleigh), Andrea Goglio (un paggio), Daniele Cusari (un familiare di Nottingham).

Le scene sono di Monica Manganelli, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Luciano Novelli.

La durata complessiva dell’opera (incluso un intervallo) è di 2 ore e 40 minuti.

Lunedì 12 marzo, alle 15.30, si svolge invece la prova generale, dedicata al pubblico delle associazioni e delle scuole.