- Data di pubblicazione
- 19/11/2018
- Ultima modifica
- 21/11/2018
Saltare nel vuoto, o volare con il Festival 20 30 di Kepler-452
La quinta edizione a Bologna dal 16 al 25 novembre
È la rassegna bolognese dei giovani per i giovani, la più attesa da una comunità sempre più ampia di ragazzi e ragazze tra i venti e i trent’anni che negli anni, con sorpresa, hanno scoperto nel linguaggio del teatro, in performance fuori formato e negli incontri con artisti della loro stessa generazione, un’entusiasmante sonda del loro immaginario, un’agorà su misura delle proprie domande.
Da cinque anni il Festival 20 30, ideato da Nicola Borghesi e curato dalla compagnia Kepler-452, porta in scena un mondo preciso di sogni, prospettive e paure, quello di un intervallo di anni in cui ogni generazione che si ritrova da sempre, per definizione, sull’orlo di un baratro o di un volo, a metà tra la fiducia in ogni rivoluzione ancora possibile e il salto nel vuoto di un’età adulta in cui nulla sembra più così tanto a portata di mano e di volontà.
Salto nel vuoto è appunto il titolo della quinta edizione del festival, in corso fino al 25 novembre, che segna un passaggio di testimone importante. La direzione artistica passa infatti da Borghesi al regista e drammaturgo più giovane dei Kepler, Enrico Baraldi, affiancato dalle Avanguardie 2030, un gruppo di giovani tra i venti e i trenta anni individuato tra i centoventi partecipanti ai laboratori delle prime tre edizioni. D’altronde anche i Kepler crescono. Solo nell’ultimo anno li abbiamo visti in un contemporaneo Giardino dei ciliegi con una coppia di bolognesi sgomberati dalla casa colonica in cui avevano vissuto in comodato d’uso per trent’anni per fare posto al parco agroalimentare di Bologna Fico, ci hanno fatto conoscere da nuovi punti di vista l’area universitaria di Bologna guidandoci in un Lapsus urbano con le cuffie, ci hanno raccontato la strage di Ustica dal punto di vista di chi ancora non c’era, hanno condotto indagini teatrali su luoghi persone e pezzi di storia, coinvolgendo persone, inventando dispositivi nuovi, mescolando realtà, pensieri, fatti, immaginazione e prospettive.
E infatti di nichilismo, nel vuoto che nominano, non c’è nessuna traccia, perché “Salire su un palco – dicono – raccontare una storia, entrare in scena significa prima di tutto abitare un vuoto, prenderne coscienza, occuparlo, sfidarlo. Ma soprattutto ascoltarlo, accoglierlo e farselo amico. Fino a qui ci è parso possibile restare in equilibrio. Ma ora, se dobbiamo schiantarci, tanto vale goderci il volo”. Parola d’ordine godersi il volo, dunque, con spettacoli, laboratori, concetti, installazioni e performance che parlano dell’oggi e della nostalgia di futuro, in qualche modo prefigurando possibilità, o quanto meno prendendo le distanze dai vicoli ciechi. Tutti gli appuntamenti sono gratis come è nella tradizione di 2030. Dopo le incursioni dei giorni scorsi in nove case di giovani del progetto Exit curato da Lucia Fontanelli e Olivia Teglia di Avanguardie 2030, l’appuntamento è a teatro, a partire da martedì 20 novembre alle 20.30, all’Arena del Sole, con Tropicana di Frigoproduzioni, una riflessione acuta sul rapporto tra arte e mercato, tra opera e prodotto, tra contenuto e pubblicità. Il 21 novembre sempre alle 20.30 all’Arena del Sole tocca a The Baby Walk con Stabat Mater, storia di un ragazzo transgender e uno scrittore trentenne che, nonostante le sembianze femminili, vive la sua identità al maschile. Il 23 novembre ci si sposta all’Oratorio San Filippo Neri, magnifico oratorio barocco del Settecento dove il Festival 20 30 è di casa fin dalla prima edizione e dove alle 20.30, si esibisce live con il Vendetta Vera Tour The André, fenomeno del web con 3 milioni di visualizzazioni su youtube, che rivisita De André attraverso la ormai diffusissima musica trap. Il 24 novembre, a salire sul palco del San Filippo Neri, è il Collettivo Controcanto con Sempre Domenica, un carosello di movimenti, di vite e di destini per parlare di lavoro, un lavoro ormai inteso solo come tempo che mangia sogni ed energie. Il 25 l’appuntamento è con Fabrizio Martorelli e il monologo Peppa Pig prende coscienza di essere un suino scritto da uno dei drammaturghi contemporanei più quotati di questi anni, Davide Carnevali: un’amara riflessione sulla perdita del valore del gesto artistico nella nostra società. Tra gli altri appuntamenti quattro laboratori dedicati agli under 30 tenuti dalle compagnie in programma, e un incontro a cura di Kepler-452, Avanguardie 2030 e Lorenzo Donati di Altre Velocità, su Che (teatro) fare?, per aprire un nuovo confronto con esperienze gemelle di gruppi di giovani spettatori nate in festival di tutta Italia.
Il Festival 20 30 è realizzato con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, di ERT-Emilia Romagna Teatro Fondazione e del Comune di Bologna, in collaborazione con Mismaonda.