Il Requiem di Mozart con Thomas Hengelbrock

Al Bologna Festival, il 10 maggio

07 maggio 2019

Thomas Hengelbrock torna all’Auditorium Manzoni di Bologna, venerdì 10 maggio alle 20.30, ospite della rassegna i Grandi Interpreti di Bologna Festival con cui il pluripremiato direttore collabora da quasi vent’anni. In questa occasione la sua bacchetta, sul podio del Balthasar Neumann Choir & Ensemble,  guiderà il tempo e gli attacchi di Wolfgang Amadeus Mozart e del suo Requiem,  capolavoro assoluto e caposaldo del repertorio sacro di ogni tempo. Seconda protagonista della serata bolognese sarà la  Missa superba di Johann Caspar Kerll, un pezzo del barocco tedesco definito “cattedrale corale del tardo Seicento”.

Quella di venerdì 10 maggio sarà l’unica esecuzione italiana, espressamente riservata al Bologna Festival, e proporrà interpreti di prim’ordine, tra cui i solisti appartenenti al Coro Balthasar Neumann: Katja Stuber (soprano), Marion Eckstein (contralto), Jan Petryka (tenore) e Reinhard Mayr (basso). Balthasar Neumann Choir & Ensemble è uno dei complessi barocchi più apprezzati dalla critica internazionale, regolarmente ospite dei principali festival europei e delle più prestigiose istituzioni musicali del mondo. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca a quella contemporanea, con una particolare attenzione alle opere del Seicento e del Settecento. E dal Seicento al contemporaneo spazia anche il repertorio di Thomas Hengelbrock.

Il Requiem KV 626 per soli, coro e orchestra è l’ultima, struggente, composizione di Mozart. Rimasta incompiuta per la morte del compositore salisburghese (nel 1791), fu successivamente completata dal suo amico e allievo Franz Xaver Süssmayr (che seguì abbozzi, indicazioni circa la strumentazione e le linee vocali lasciate dal maestro). L’operato di Süssmayr è stato a più riprese messo in discussione; tuttavia si continua a prediligere questa versione, ormai consacrata dall’uso. In ogni caso la nascita della partitura mozartiana è controversa, avvolta dal mistero, e ha dato origine a così tante teorie e leggende che resta difficile districarsi tra realtà storica e pure ipotesi. Secondo quanto ipotizzato da Stendhal, fu un anonimo committente – che si presentò mascherato alla porta di Mozart – a proporre al compositore malato e caduto in miseria il compenso anticipato e l’incarico di comporre in quattro settimane una messa da requiem. Mozart tentò invano di scoprire l’identità del misterioso committente e, quando si rese conto che non sarebbe riuscito a identificarlo, si convinse che il committente fosse un emissario dell’aldilà che lo incaricava di scrivere la messa da Requiem per se stesso. Morì, e questo è un dato storico incontrovertibile, mentre lavorava al suo Requiem, il giorno successivo alla stesura delle parti vocali del Lacrimosa (parte finale del Sequentia).

La Missa superba per soli, coro e orchestra fu composta da Kerll (nel 1674) fondendo la solenne policoralità veneziana con il vivace stile concertato di scuola padana. La composizione ha un organico sontuoso (otto parti vocali, archi, quattro tromboni, organo e violone), impegnato tra cori e arie solistiche, con rigorosa scrittura contrappuntistica e melismatiche volute.