- Data di pubblicazione
- 22/01/2025
- Ultima modifica
- 22/01/2025
Sole e Baleno. Pietro Babina racconta una storia di amore e anarchia
Dal 28 gennaio al 2 febbraio al Teatro Arena del Sole di Bologna
L’ispirazione arriva da una storia realmente accaduta in Italia negli anni Novanta, quella di due giovani follemente innamorati e uniti dal sogno di lottare per un mondo più giusto. Sono una ragazza argentina, Sole, e un anarchico italiano, Baleno. Quando il tribunale di Torino li accusa di essere responsabili di atti di alcuni episodi di eco-terrorismo, vengono imprigionati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. L’accusa di attività terroristica verrà invalidata dalla Cassazione nel 2001, ma la durezza di quella detenzione preventiva li getta nella disperazione ed entrambi scelgono di darsi la morte nel 1998, poco dopo l’arresto e a pochi mesi di distanza l’una dall’altro, nello stesso modo e nello stesso giorno della settimana. Su questa vicenda, pressoché rimossa dalla memoria collettiva, Pietro Babina torna a mettere luce con un’opera originale di teatro musicale curata assieme ad Alberto Fiori (entrambi in scena assieme a Serena Abrami), sul modello dell’Opera da Tre Soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill. La musica, eseguita dal vivo, è concepita per strumenti e dispositivi elettronici.
S&B – Sole e Baleno (una favola anarchica), così s’intitola lo spettacolo, dopo il debutto della scorsa primavera al Teatro Rasi di Ravenna, sarà in scena dal 28 gennaio al 2 febbraio al Teatro Arena del Sole di Bologna.
Nell’opera scritta da Babina la storia dei due giovani s’intreccia con una questione profondamente politica, che non riguarda solo i fatti degli anni Novanta, ma allarga lo sguardo per riflettere sul rapporto tra individui e istituzioni, tra oppressione e dissenso. “Viviamo in un’epoca in cui la maggioranza di noi partecipa semplicemente stando in silenzio o lamentandosi nel privato, ma si adatta uniformandosi nel pubblico – scrive l’autore –. Oggi si fa un gran parlare di biodiversità, concetto applicabile anche alla società, al mondo specificatamente umano. L’uso massiccio di diserbo, di antiparassitari sociali e ultimamente anche di pesticidi, conduce a omologare le nostre società̀ plurali. Tutto è stato ammaestrato, anche la manifestazione del dissenso. Le proteste che vediamo sono educate e per questo fondamentalmente inefficaci, poiché non fanno che ribadire lo status quo. Molti percepiscono una pressione, o meglio un’oppressione, a cui però non vogliono o non sanno dare ascolto, rilegandola sempre più in profondità, non comprendendo che proprio in quella sensazione risiede il motore del riscatto. La storia di Sole e Baleno racconta di un momento in cui la biodiversità era più visibile e presente, dove i fiori selvatici crescevano ancora ai bordi delle strade e non si vergognavano né di essere selvatici, né di vivere ai bordi delle strade e che, anche se spesso non lo abbiamo capito, con la loro irruente ricerca della libertà, tutelavano anche la nostra. Un dissenso ineducato, non addomesticato, alimentato da un senso profondo metafisico e anche etologico, di giustizia. Questa storia è avvenuta poco prima del G8 di Genova del 2001, durante il quale è stato deciso che la società doveva essere gestita come una mono co(u)ltura e così è stato. E adesso, eccoci qua, tutti più felici ad ascoltare una favola di tempi molto lontani”.