Supernova. La rassegna dei Motus esplora la “questione mediterranea”

Dal 17 al 21 aprile a Rimini

13 marzo 2024

Formati performativi e site-specific e tanti dialoghi con artiste e artisti ospiti. Ha un andamento lento che scava in profondità alla ricerca della condivisione autentica e della relazione coi luoghi, la seconda edizione di Supernova, rassegna riminese di arti performative diretta da Motus e realizzata in collaborazione con il Comune di Rimini e l’Associazione Santarcangelo dei Teatri e con il sostegno della Regione Emilia Romagna. Dopo l’edizione pilota del 2023, Supernova torna ad abitare gli spazi della città (il Teatro Galli ma anche il Museo della Città, il quartiere di Borgo Marina, Casa Madiba, la zona del Porto) attraverso tante voci del panorama nazionale e internazionale, chiamate a svolgere un’indagine sul presente e una riflessione sul futuro, annodando i fili dei propri discorsi performativi e non solo attorno alla “questione mediterranea”, al nostro mare diventato cimitero.

“Il mare, quindi, come luogo delle memorie e dello scorrere del tempo, matrice acquatica che tutto lava, trasforma, scava, eradica e trapianta. Lo sguardo è rivolto a coloro che non ci sono più e, anche, al connubio tra vita e morte, tra il qui e ora e l’altrove. Senza paura di prendere parola e tenere viva la memoria: da questa tensione a non tacere, emerge la bocca/cuore spalancata del manifesto di questa edizione – spiegano Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, che in questa seconda edizione sono affiancati nella cura della rassegna da Paola Granato – Desideriamo che alcune cose non succedano mai più, ma la Storia o, meglio, la violenza e l’intolleranza continuano a ripetersi in modo pianificato e sostenuto da nuove tecnologie belliche. (…) Vogliamo che Supernova sia una festa, ma anche spazio di pensiero, confronto e denuncia su temi che non possono continuare a essere ignorati da noi artist3.”

A inaugurare Supernova sarà un’intera serata con artiste e artisti di diverse generazioni e provenienze che abiteranno in maniera inedita il Teatro Galli. Ad aprire la serata i riminesi Vladimir Bertozzi e Demetrio Cecchitelli con Rovina, un’installazione video e sonora che racconta di crisi, cambiamento e di violenza ecologica. Il Foyer del Teatro Galli accoglierà invece l’installazione sonora His Dream a cura di Smagliature Urbane dedicata a Lou Pesaresi. In sala Ressi, Agnese Banti e Andrea Trona invitano il pubblico a (o), immersione nel suono di Speaking cables, una sound performance in prima italiana, site specific per Supernova. La sala musica sarà poi abitata dall’azione performativa FABRICA [AAMOD] della danzatrice e coreografa Paola Bianchi. Un focus sui corpi operai, corpi misurati, schiacciati dal rullo compressore della produttività. Sarà possibile poi visitare nel foyer del Teatro Galli, l’installazione ANARCHIVIO FABRICA, che assieme alla performance è parte del progetto FABRICA – un’indagine sui corpi del lavoro, un archivio di gesti e memorie restituito allo sguardo. (Anarchivio Fabrica, assieme ad altre opere di danza in programma, s’inserisce nel progetto regionale E’ BAL – palcoscenici per la danza contemporanea). A chiudere la serata MADRE /Collettivo Acid Tank con UNTITLED#1 un audio racconto tra i confini del djing, radio art, field recordings e raving che abiterà la platea del Teatro Galli.

Il tema del mare sarà declinato in molte espressioni performative. D’altronde, a ispirare le scelte artistiche di Supernova è stato l’incontro con The Last Lamentation di Valentina Medda, un progetto site specific realizzato in collaborazione con Santarcangelo Festival e che vedrà una tappa a Supernova, nella spiaggia libera della zona del porto, e un’altra a luglio a Santarcangelo. Concepito come un rituale a cui partecipare, The Last Lamentation – che vede il coinvolgimento di 12 performer non professioniste coinvolte in un workshop preparatorio – è un pianto condiviso che racconta la tragedia del mare e si estende come un’eco all’intero bacino del Mediterraneo. Il tema della perdita è affrontato anche in Stuporosa di Francesco Marilungo che attraversa il tema del lutto come dimensione esistenziale privata oggi della sua dimensione comunitaria. Memoria e perdita tornano anche in Haunted di Gaia Ginevra Giorgi, che a partire dal ritrovamento di un archivio radiofonico danneggiato da un’alluvione nel 1994, lavora per creare le condizioni di una riapparizione, desiderante e spettrale di questo archivio.

Al tema dell’Idrofemminismo (concetto tratto dal titolo di un testo di Astrida Neimanis) sarà dedicato un incontro che coinvolgerà diverse artiste presenti a Supernova e sarà condotto da Ilenia Caleo. La performer, ricercatrice e attivista presenterà inoltre, insieme all’attrice e performer Silvia Calderoni, thefutureisNOW? una performance – ospitata al Museo della Città – che parte dall’azione Zen for Head di Nam June Paik del 1962. Simona Bertozzi con ONDE porta invece in scena un lavoro che prende forma attraverso una pratica performativa, coreografica e musicale che si apre al presente di corpi protesi e fluttuanti tra estasi, guizzi animali e curvature verso l’evanescenza. Madalena Reversa con Manfred condurrà poi il pubblico in un’immagine audio-visiva proiettandolo in un mal du siècle post-romantico, circondato da un’aura pesantemente oscura fatta di tenebre, frequenze angoscianti e scontri metallici, trafitti da melodie malinconiche che evocano antiche memorie di bellezza. Proprio al mare si svolgerà parte di una giornata di Supernova. Sabato 20 Aprile si partirà dal centro città con la passeggiata sonora Ciàlte Ciàlte… col musicista performer Enrico Malatesta che, con la complicità degli abitanti del quartiere Borgo Marina, guiderà il pubblico in un inedito viaggio nell’universo sonoro della città. Durante la performance / soundwalk si innesta anche l’azione installativa Sempre qua siamo dell’artista indipendente Sara Leghissa. La camminata conduce poi al porto di Rimini per The Last Lamentation.

Tra gli altri appuntamenti ci sono poi la prima nazionale di Repertòrio N.2. di Davi Pontes e Wallace Ferreira, duo di performer e danzatori dal Brasile, che si confrontano con la matrice coloniale, razziale e ciseteropatriarcale insita nel pensiero illuminista e occidentale moderno; Alos, progetto performativo della musicista e performer Stefania Pedretti che con Ritual II Embrace the Darkness propone un viaggio sonoro ed emozionale che evoca l’energia di un vulcano. E poi ancora tra gli ospiti segnaliamo Invernomuto, duo composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, con Black Med, e vari artisti/e della scena internazionale come il duo statunitense/norvegese, per la prima volta in Italia, composto da Iver Findlay e Marit SandSmark, le artiste palestinesi Samaa Wakim e Samar Haddad King, l’artista filippino Liryc Dela Cruz.