- Data di pubblicazione
- 19/10/2020
- Ultima modifica
- 20/10/2020
Che teatro che fa. Alla Corte Ospitale una stagione dedicata alla ricerca italiana
Da ottobre 2020 ad aprile 2021 a Rubiera
Con un cartellone che intreccia spettacoli cult e nuovi allestimenti, il Teatro Herberia di Rubiera si prepara a rialzare il sipario sulla nuova stagione a firma della Corte Ospitale, che con audacia pur nell’incertezza del momento ha deciso di programmare eventi fino ad aprile. “Occorre ribadire – spiega la direttrice Giulia Guerra – il ruolo fondamentale che deve avere il teatro se si mette al servizio delle comunità, in questo momento storico in cui davvero avvertiamo da più parti pericoli oggettivi se non troviamo il modo di riunirci intorno al senso profondo della vita”.
Si parte il 20 ottobre alle 21 con un maestro della scena, Danio Manfredini, che assieme al musicista Francesco Pini presenta in una anteprima da non perdere Nel lago del Cor, al debutto ufficiale nel fine settimana nella prestigiosa cornice festivaliera delle Colline Torinesi. Tra atmosfere oniriche e potenti immagini materiche, stilemi inconfondibili del teatro di Manfredini, lo spettacolo affronta il tema del lager evocando le figure di un soldato liberatore che nelle sembianze di un angelo riaccompagna un deportato nell’inferno in cui, pur da sopravvissuto pare condannato a ricadere. Sindrome da campo di concentramento: così in termini tecnici è stato descritto quel sentimento di interminabile dolore che ha accompagnato i sopravvissuti alla tragedia della deportazione e della prigionia nei lager. A loro – spiega Manfredini – è dedicato lo spettacolo: tra parole, musica, danza e pittura il teatro prova a raccontare questa complessa esperienza umana, come un requiem per quelli che invece dai campi non sono mai tornati.
La stagione prosegue poi il 21 novembre con Vivere è un’altra cosa della Compagnia Oyes, un racconto delicato e autoironico a cinque voci del tempo sospeso che abbiamo tutti attraversato e continuiamo ad attraversare. Il 12 dicembre è di scena invece Giuliana Musso, che dopo il debutto alla Biennale di Venezia, presenta Dentro. Una storia vera, se volete, uno spettacolo sull’occultamento della violenza, mentre il 21 dicembre torna sul palco del Teatro Herberia Oscar De Summa con Da Prometeo. Indomabile è la notte, che lo vede in scena con Marina Occhionero, Luca Carbone e Rebecca Rossetti a indagare la contrapposizione costante tra i fatti apparentemente privi di peso della quotidianità e tutto l’indicibile della vita rivelato dalla poesia, una lente molto speciale di lettura di quegli stessi giorni e di quegli stessi fatti.
“La poesia – scrive De Summa nelle note di regia – genera uno choc, una sorpresa che ci permette di essere presenti. Ed essere presenti rivela che fuori di noi c’è l’Altro. La poesia ha a che fare con l’Altro da sé che ci cambia, l’Altro con il quale posso entrare in dialettica, crescere e capire”.
Il nuovo anno comincia con uno spettacolo che ha debuttato all’ultima Biennale di Venezia, diretto da Leonardo Lidi. Sotto il titolo de La Città Morta, con in scena attori eccellenti quali Christian La Rosa, Mario Pirrello e Giuliana Vigogna, Lidi sfida il testo di D’Annunzio per intraprendere un viaggio tra inedito tra divertimento e poesia (10 gennaio). Il cartellone propone poi Graces di Silvia Gribaudi, opera già cult e pluripremiata della coreografa che in scena con tre danzatori ironizza sugli stereotipi della perfezione (18 gennaio), Miracoli Metropolitani, ultimo lavoro di Carrozzeria Orfeo che racconta la solitudine sociale e personale dell’uomo contemporaneo (1° febbraio), Giulio di Babilonia Teatri, dedicato a Giulio Regeni per interrogare la debolezza di uno Stato che non riesce a fornire risposte a una morte ingiusta che riguarda ciascuno di noi (23 febbraio).
Proseguendo nel solco della ricerca contemporanea a firma di artisti e artiste italiani, la stagione prosegue il 5 marzo con I Figli della frettolosa di Berardi/Casolari che affrontano il tema della cecità in un lavoro che assieme a Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari vede in scena Ludovico D’Agostino, Flavia Neri e un coro di attori non vedenti e ipovedenti che si formerà a Rubiera. Il 19 marzo è ancora di cena un cult, ovvero l’esilarante Overload di Sotterraneo, uno spettacolo sui limiti dell’attenzione nell’epoca dei social e della iper-distrazione che è valso alla compagnia un Ubu per il migliore spettacolo dell’anno nel 2018. Si conclude il 9 aprile con Antenne, esito del lavoro creativo dell’artista o gruppo che verà selezionato a novembre 2020 tramite il bando di Corte Ospitale.