Nel 1925 a Rubiera si costituì una società per la costruzione di un nuovo teatro comunale, che prendesse il posto di quello già funzionante dalla fine dell’Ottocento al 1913. Realizzato su un appezzamento di terreno a nord del Forte, venduto a prezzo di costo dal Comune a condizione che l’edificio fosse adibito in perpetuo a luogo di spettacolo, il Teatro Herberia (dal nome originario del paese) fu inaugurato il 14 gennaio 1926 con “La Bohème” di Giacomo Puccini, che apriva il sipario sulla struttura tardo liberty messa a punto dall’ingegnere Antonio Panizzi e dall’architetto Italo Costa di Reggio Emilia.
Il Teatro fu assai attivo fino agli anni Cinquanta del Novecento, quando l’adattamento a cinematografo impose di allargare e arretrare il boccascena, eliminare la buca dell’orchestra e inserire un controsoffitto. Rimasto a lungo chiuso, è stato acquisito dal Comune che nel 1988 ne ha avviato i restauri: il progetto, affidato all’architetto Ada Defez, ha mantenuto l’impostazione stilistica originaria introducendo una serie di accorgimenti tecnologici e funzionali che, a seconda della configurazione scenica adottata, fanno sì che il pubblico possa essere disposto in modo diverso.
Il Teatro Herberia è stato riaperto nel dicembre del 1998 con un happening di tre giorni. Il Comune di Rubiera ne ha affidato la gestione a “La Corte Ospitale”, centro di produzione teatrale attento ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, che, oltre a comporre un cartellone dedicato a prosa e teatro ragazzi, produce spettacoli di artisti come Giuliana Musso, Danio Manfredini, Oscar De Summa, Paolo Rossi e Roberta Biagiarelli.