Un ballo in maschera per le prime Scintille d’Opera del Festival Verdi

Il 24 settembre e l’1, 8, 15 ottobre al Teatro Regio di Parma

23 settembre 2021

Gabriele D’Annunzio lo ha definito “il più melodrammatico dei melodrammi” per la straordinaria inventiva musicale e la fluidità delle sue forme, tra dramma e distacco ironico. Si tratta naturalmente di Un ballo in maschera (Gustavo III), opera con la quale si conclude la parabola di una serie interminabile di ostacoli incontrati prima del debutto nel 1859, tra censura e traversie legali.

Con un nuovo allestimento, per la regia di Jacopo Spirei dal progetto di Graham Vick si accendono le prime Scintille d’Opera della XXI edizione del Festival Verdi di Parma. Lo spettacolo debutta il 24 settembre alle 20, al Teatro Regio di Parma (recite 1, 8, 15 ottobre) con le scene e i costumi di Richard Hudson, le luci di Giuseppe Di Iorio e i movimenti coreografici di Virginia Spallarossa. Tra gli appuntamenti collaterali allo spettacolo segnaliamo  un appuntamento pubblico con Jacopo Spirei in conversazione con Alberto Mattioli (23 settembre).

Roberto Abbado dirige l’opera per la prima volta, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, nell’edizione critica della partitura a cura di Ilaria Narici. Il libretto è quello ad ambientazione svedese, così come concepito da Verdi per il debutto a Roma, prima che i censori pontifici imponessero la trasposizione della vicenda nella Boston coloniale. Scritto dall’avvocato e scrittore Antonio Somma, conosciuto a Venezia all’epoca del debutto della Traviata, il libretto è tratto dal dramma Gustave III di Eugène Scribe e aggiungeva il tema amoroso a quello politico per motivare l’odio dei congiurati per il re di Svezia. Prima dell’effettivo debutto romano, che pure appunto subì in parte la censura pontificia (soprattutto per l’ambientazione), Un ballo in maschera doveva infatti essere rappresentato al San Carlo di Napoli, ma la censura borbonica rifiutò il soggetto perché in clima risorgimentale la storia di un marito che uccide il presunto rivale, ovvero il re di Svezia, fu considerata troppo oltraggiosa.

Nelle sue note Graham Vick, artista recentemente scomparso, scriveva “Cosa resta per il re che ha tutto? Piaceri proibiti? Rischio? Rivoluzione? Oppure castrare l’establishment per conquistare l’amore del popolo? …del suo paggio?… della moglie del suo migliore amico? Lo stile di vita revisionista dello svedese Gustavo III gli ha procurato molti amici, e molti nemici, mentre lui stesso corteggiava il pericolo con tutto l’autodistruttivo fulgore di un artista la cui più grande creazione sarà la sua stessa morte”. A queste note si è rifatto Spirei nell’ereditare il progetto di Graham. “Quello che vedrete – spiega infatti il regista – è il risultato della nostra, per così dire, ultima collaborazione, ho raccolto il progetto dove lui lo ha lasciato e l’ho portato in fondo. È uno spettacolo di Vick? No. È uno spettacolo di Spirei? Nemmeno. Questo è un gioco del destino, uno scherzo o una follia, è la prova di due artisti che, come Re Gustavo, non hanno mai temuto il pericolo, il mettersi in prima linea per cambiare il mondo che ci sta intorno; uniti nella certezza che il teatro e soprattutto il teatro d’opera sia strumento di cambiamento individuale e sociale. È uno spettacolo che parla di limiti, di valicare i confini per spingersi oltre. «Con lacere vele e l’alma in tempesta, i solchi so frangere dell’onda funesta: l’Averno ed il cielo irati sfidar» dice Gustavo travestito nell’antro di Ulrica; si parla di mascheramenti di travestimenti, di come niente sia come appare, si parla di noi, delle nostre debolezze, delle nostre fragilità”.

A dar vita a questa straordinaria vicenda un cast vocale che comprende Piero Pretti (Gustavo III), Anna Pirozzi (24 settembre) /Maria Teresa Leva (Amelia), Amartuvshin Enkhbat (al debutto nel ruolo di Conte Gian Giacomo di Anckastrom), Anna Maria Chiuri (Ulrica), Giuliana Gianfaldoni, (al debutto nel ruolo di Oscar), Fabio Previati (Cristiano), Fabrizio Beggi (Ribbing,), Carlo Cigni (Dehorn), Cristiano Olivieri (Ministro di Giustizia), Federico Veltri (Un servo del Conte, già allievo dell’Accademia Verdiana). Le parti della banda in palcoscenico sono interpretate dall’Orchestra Rapsody.

 Segnaliamo infine che il XXI Festival Verdi è dedicato proprio a Graham Vick e che per ricordarlo il Teatro Regio di Parma ha organizzato l’incontro You do not need to be educated to be touched, to be moved and excited by opera moderato da Carla Moreni sabato 25 settembre alle ore 10.30 trasmesso in live streaming sul portale di Rai Cultura e sui profili social (Facebook e Youtube) del Teatro Regio di Parma.