- Data di pubblicazione
- 22/05/2025
- Ultima modifica
- 22/05/2025
Un Mozart anni Sessanta: con “Così fan tutte” si chiude la trilogia di Talevi e Dendievel
Dal 25 maggio al 1° giugno al Comunale Nouveau di Bologna
Travestimenti, inganni, scambi di coppia e smascheramenti: in Così fan tutte, ultima collaborazione tra Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte, la commedia si intreccia alla riflessione morale. In scena, due giovani ufficiali scommettono sulla fedeltà delle loro fidanzate. Per metterle alla prova, fingono di partire per la guerra e ricompaiono subito dopo travestiti. Sono irriconoscibili e buffi, ma pur sempre attraenti e le corteggiano sotto mentite spoglie…Il tutto si conclude con una morale amara: “Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso / e fra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa”.
Con un nuovo allestimento ambientato negli anni Sessanta del Novecento, Così fan tutte chiude la trilogia italiana che il Teatro Comunale di Bologna ha affidato al regista Alessandro Talevi e al direttore d’orchestra Martijn Dendievel, dopo Le nozze di Figaro del 2023 e Don Giovanni del 2024. L’opera debutta in prima assoluta al Comunale Nouveau domenica 25 maggio, con repliche fino al 1° giugno. Il progetto segue un filo conduttore: mettere in dialogo le opere della trilogia con epoche diverse, rivelandone la sorprendente attualità.
“In questa produzione il punto di partenza è il concetto già esposto nelle opere precedenti: un percorso che interseca le epoche. In Così fan tutte la visione diventa più sottile: l’idea di usare e sfruttare le filosofie di epoche diverse è evidente, ma si tratta di un periodo storico a noi più prossimo. Ho voluto infatti trasportare l’ambientazione negli anni Sessanta del Novecento, quando il mondo si trovava sul bordo di un grande cambiamento che avrebbe rivoluzionato gli atteggiamenti morali e di conseguenza la società: il grande cambiamento, evidente se paragoniamo gli inizi e la fine dei Sessanta, si lega a questa idea di un percorso trasformativo compiuto dalle due coppie di ragazzi verso l’esplorazione di un’altra morale; più che di infedeltà nuda e cruda parlerei dell’apertura mentale verso una visione relazionale diversa”, spiega Alessandro Talevi, regista italo-sudafricano vincitore dell’European Opera-Directing Prize 2007.
Nel cast principale figurano il soprano Mariangela Sicilia – fresca vincitrice del 44° Premio Abbiati – nel ruolo di Fiordiligi, il mezzosoprano Francesca Di Sauro (Dorabella), il tenore Marco Ciaponi (Ferrando), il baritono Vito Priante (Guglielmo), il soprano Giulia Mazzola (Despina) e il basso Nahuel Di Pierro (Don Alfonso). Nelle repliche del 27 e 30 maggio, sono previsti invece Karen Gardeazabal, Angela Schisano, Francesco Castoro, Francesco Salvadori, Silvia Spessot e Davide Giangregorio.
Il personaggio del filosofo Don Alfonso, regista occulto degli eventi, viene immaginato da Talevi come “un guru dell’epoca: un ricchissimo mecenate, un intellettuale, dotato di una visione molto moderna che si prefigge lo scopo di insegnare qualcosa a questi ragazzi”, ispirandosi anche a Il mago, romanzo di John Fowles ambientato su un’isola greca, dove la realtà viene manipolata per provocare una presa di coscienza.
Alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna, preparato da Gea Garatti Ansini, c’è appunto Martijn Dendievel, vincitore del Deutscher Dirigentenpreis 2021. Completano il team creativo la costumista Stefania Scaraggi, la lighting designer Teresa Nagel, il video designer Marco Grassivaro e Nicoletta Mezzini al fortepiano.
Con questa nuova produzione, il Comunale di Bologna chiude una trilogia che ha saputo restituire la vitalità e la modernità del teatro mozartiano attraverso una rilettura consapevole, attenta al contesto storico e alle tensioni morali che attraversano le opere. Un’operazione di regia e direzione musicale che ha portato sul palco una visione articolata e coerente del rapporto tra libertà individuale, identità e trasformazione.