- Data di pubblicazione
- 08/01/2025
- Ultima modifica
- 08/01/2025
Uno speciale Natale in casa Cupiello per un attore e sette pupi
Il 10 gennaio al Laura Betti di Casalecchio, il 12 a Cattolica e il 14 a Correggio
È uno degli spettacoli più apprezzati e attesi di questa stagione, per il suo carattere speciale che unisce un classico della drammaturgia napoletana come Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo e la grande tradizione italiana dei Pupi. Nato da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, per la regia di Lello Serao, Natale in casa Cupiello – spettacolo per attore cum figuris fa tappa nella nostra regione con tre appuntamenti in tre teatri del circuito regionale ATER Fondazione. Si parte dal Teatro Laura Betti di Casalecchio, il 10 gennaio. Poi appuntamento il 12 gennaio al Teatro della Regina di Cattolica e infine il 14 gennaio al Teatro Asioli di Correggio.
Lo spettacolo parte dalla riscoperta del teatro dei pupi per creare un’opera che fonde teatro, artigianato d’eccellenza e arte contemporanea. Protagonista è l’elemento simbolico centrale del grande capolavoro eduardiano: il presepe. Per Luca, il personaggio interpretato da Eduardo, fare il presepe a Natale costituisce grande motivo di felicità e orgoglio. All’inizio del dramma il capofamiglia è infatti impegnato a dipingere, costruire, allestire la sua opera. La celebre battuta del testo “Te piace ‘o presepe?”, che Luca Cupiello rivolge al figlio Tommasino, ricevendone puntualmente un “No!” come risposta, è tra le più iconiche della drammaturgia novecentesca. Parte da qui lo spettacolo diretto da Serao e ideato in occasione dei 90 anni dal debutto del testo, avvenuto il 25 dicembre 1931: l’ambientazione è in effetti un grande presepe in cui si muovono l’attore (Saccoia) e le figure animate (realizzate dallo scenografo Tiziano Fario) che lui stesso manovra, assieme a un gruppo di manovratori costituito ad hoc per il progetto e coordinato da Irene Vecchia.
Lo spettacolo, fedele al testo di Eduardo, evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo uno squarcio dentro l’immaginario e la memoria di ogni spettatore. Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale Saccoia si immerge riemergendone come “Tommasino” che, dopo aver detto il fatidico “sì” a suo padre, rivive e fa rivivere quel “Natale” che ci accompagna da 90 anni, attraverso figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il presepe e i suoi pastori. “Il presepe – dice il regista – è l’orizzonte in cui si muove tutta l’opera, sia in senso reale che metaforico. È l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in un’umanità rinnovata e senza conflitti, ma anche la rappresentazione della nascita e della morte. È il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, la miscela tra passato e presente, un’iconografia consolidata e, al tempo stesso, da destrutturare di continuo. Il presepe si rinnova ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere o non piacere”.