Teatro e salute mentale
(…) l’arte, in tutte le sue forme espressive, costituisce non solo un’occasione di dare benessere alla sofferenza psichica, ma anche un mezzo fondamentale attraverso il quale poter creare momenti comuni, capaci di sgretolare quei potenti muri divisori, forse non più così visibili come un tempo, ma ancora tenacemente presenti nella mente delle persone e, proprio per questo, più difficilmente attaccabili (…)
Ivonne Donegani, “A teatro. In compagnia”, Pendragon 2017
(…) la vocazione regionale nei confronti delle performing arts, rispetto agli altri ambiti della cultura è emersa in maniera rilevante, come dimostra lo sviluppo del progetto Teatro e salute mentale (…)
Antonio Taormina, in “Performing arts e salute in Emilia-Romagna”, pubblicato in “Economia della Cultura”, 2/2017, Il Mulino
“Teatro e salute mentale”, il progetto regionale avviato nel 2008 con il coinvolgimento dei Dipartimenti di Salute Mentale delle Aziende Usl dell’Emilia-Romagna, ha ricevuto più forza e organicità con la firma del protocollo – siglato il 24 ottobre 2016 dagli Assessori regionali alle Politiche per la salute e alla Cultura con rappresentanti dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi e dell’associazione “Arte e salute” – che ha istituito un Tavolo tecnico regionale al quale partecipano anche l’Agenzia sanitaria e sociale regionale (impegnata da tempo in studi di valutazione clinici e sociali delle esperienze teatrali nel campo della salute mentale), il Centro servizi per il volontariato di Bologna, il Dipartimento di psicologia dell’Università di Bologna e la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Ferrara.
Il Tavolo tecnico ha il compito di valorizzare il progetto, favorire la formazione e far crescere la programmazione teatrale e la sua circuitazione in tutta l’Emilia-Romagna, rafforzare il contatto tra queste esperienze teatrali e un pubblico ancora più vasto, valutare l’attività svolta, anche attraverso ricerche mirate, individuare forme e modalità di finanziamento dei progetti.
Nel periodo compreso tra il 2011 e il 2016, il progetto “Teatro e salute mentale” ha coinvolto 852 pazienti e, solo tra il 2014 e il 2015, ha permesso di produrre 24 spettacoli con 135 repliche, 106 ore in media per ogni laboratorio finalizzato agli spettacoli e 327 ore di laboratorio per altre iniziative (burattini, scenografia, eventi musicali), coinvolgendo 23 compagnie teatrali regionali. A questi spettacoli hanno assistito 4180 studenti di istituti scolastici di tutta l’Emilia-Romagna. Tra gli eventi prodotti la tournée “MoviMenti” nelle piazze dell’Emilia-Romagna, il festival “DiversaMente” a Bologna, il libro “Il Teatro illimitato” e il libro “A teatro. In Compagnia”. Diverse sono state le partecipazioni a Festival culturali nazionali e internazionali tra i quali si evidenzia quella a “L’Altre Festival Internacional di Barcellona” e, in Cina, al “Beijing Nanluoguxiang Performing Arts Festival”. Attualmente sono coinvolti i seguenti enti: ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Centro Diego Fabbri, Lenz Fondazione, Teatro Gioco Vita, I Teatri di Reggio Emilia, la Baracca Testoni Ragazzi, Teatro Comunale di Ferrara.
I processi di collaborazione tra i teatri e le compagnie presenti sul territorio attivati con il progetto “Teatro e salute mentale” hanno favorito la partecipazione di nuovi spettatori e dato vita ad originali percorsi di creazione di cultura. Il coinvolgimento degli artisti appare fondamentale nel processo di confronto delle esperienze teatrali nate all’interno dei servizi. L’attività di teatro, per la salute mentale, è oggi pressoché riconosciuta da tutti come un’opportunità sia per la funzione terapeutica nei confronti del paziente (migliora il benessere psichico, sviluppa capacità creative ed espressive, favorisce l’autonomia nella sfera della gestione personale, l’integrazione in famiglia e nel contesto sociale), che per la funzione di collegamento con la società, per il superamento dello stigma.
Rispetto ai benefici personali, il lavoro artistico è uno strumento importante sia nella prevenzione, che nel trattamento della sofferenza psichica. Fare teatro rappresenta un’occasione per attivare competenze personali su più livelli: miglioramento della capacità di memorizzazione; dell’autostima personale; rafforzamento dell’identità, della etero percezione, della capacità di stare in gruppo e di esercitare ruoli diversi.
Attraverso l’attivazione di processi di cambiamento sul singolo e nella comunità prossimale, il teatro è in grado di incidere sulla percezione della sofferenza mentale, sul rafforzamento delle reti di sostegno, sul coinvolgimento della cittadinanza e dei famigliari e sull’innovazione dei processi culturali.