“Algoritmo Popolare”. Al via la XV edizione di Festival Aperto

In una società in cui desideri e bisogni sono dominati sempre di più dagli algoritmi, l’arte e la performatività riservano ancora spazio all’umano e alle sue istanze di libertà, di ricerca e di autentica innovazione dei linguaggi. Con un ossimoro di senso, la XV edizione del Festival Aperto di Reggio Emilia s’intitola allora Algoritmo Popolare, un tesoro di conoscenze a cui attingere per un programma lungo circa due mesi, che si snoda dal 23 settembre al 19 novembre tra Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto, Teatro Cavallerizza, Sala Verdi, Parco del Popolo accogliendo musicisti, danzatori, circensi, performer, coreografi, artisti italiani e internazionali.

Sono circa trentacinque gli appuntamenti proposti da Fondazione I Teatri con Reggio Parma Festival, con molte produzioni e svariate prime assolute o italiane. L’apertura, il 23 settembre al Valli, è affidata a She/هي/Elle/Lei di Ginevra Di Marco, con Almar’a Orchestra delle donne arabe e del Mediterraneo e Orchestra di Piazza Vittorio. La programmazione musicale prosegue poi con Riccardo Tesi e Banditaliana (Tosca ospite speciale) con una serata dedicata al liscio in diverse sue espressioni (30 settembre, Teatro Ariosto), con Icarus Ensemble, e Ljuba Bergamelli e Marco Angius, in una serata sui Folksongs in cui si uniscono musiche di Berio, Nieder e Fedele (1°ottobre, Teatro Cavallerizza), mentre la kora di Ballaké Sissoko e la console elettronica di Lorenzo Bianchi Hoesch entrano in dialogo nel progetto Radicants (7 ottobre, Teatro Cavallerizza). Ancora per la musica sono in programma due concerti in cui emerge forte il rapporto tra compositori e politica: un omaggio a Luigi Nono con musiche di diversi autori cui egli si è ispirato o che si sono ispirati a lui, fra politica e poesia (Solidarität Brigade / Coro del Conservatorio di Venezia / Giovanni Mancuso) e E The people united will never be defeated! di Frederic Rzewski, lavoro pianistico di 36 variazioni sul tema della celeberrima canzone cilena El Pueblo unido, eseguito da Emanuele Arciuli. E ancora, sul crinale delle sperimentazioni contemporanee, si ascolteranno Mauro Lanza e Andrea Valle con mdi Ensemble, e poi Agnese Banti, i tre percussionisti di Ars Ludi, ma anche il gruppo indie-rock Calexico, la fusion tra blues, jazz, funk e rock di Stanley Clarke N4Ever Quintet, il progetto New Masada di John Zorn (ma il ritratto del grande sassofonista, multistrumentista, compositore e produttore è assai più vasto in occasione del suo 70°compleanno che si festeggia nei festival di tre città: Reggio Emilia Aperto, Modena L’Altro Suono, Bologna AngelicA). Da non perdere è l’appuntamento del 21 ottobre al Valli con Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur – CCCP Fedeli alla linea – che si vedranno di nuovo insieme, sul palcoscenico del Teatro Valli, in un Gran Gala Punkettone in concomitanza con la mostra Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea 1984-2024 di Fondazione Palazzo Magnani. Due celebranti – Daria Bignardi e Andrea Scanzi – un gran maestro di cerimonia, regista d’opera – Fabio Cherstich.

Ancora per la musica segnaliamo anche due progetti speciali fortemente radicati nel territorio: il nuovissimo Circus Audienti per voci registrate, giornalista narrante, musicisti itineranti, ensemble, video ed elettronica di Fabio Cifariello Ciardi (Icarus vs. Muzak diretto da Dario Garegnani) che parte dall’esperienza partecipativa di Musica/Realtà del 1973. E il progetto Verklaerte Nacht di Viktoria Mullova e Matthew Barley, con il Mullova Ensemble, progetto innovativo che forza la forma concerto con una drammaturgia di musiche, danza, scene e luci, riportando a quel 1974 in cui al Teatro Municipale fu ospitata la mostra “Arnold Schoenberg” a cura della Biblioteca di Stato di Vienna, la più grande mai realizzata sul compositore, con 512 pezzi esposti.
Per il settore danza, nel mese di ottobre Aperto porta al Teatro Valli tre grandi compagnie internazionali, a partire da Anne Teresa De Keersmaeker /Rosas che torna con Exit above – after the tempest (8 ottobre, Teatro Valli), in cui la camminata come movimento primordiale e il blues come fonte musicale si incontrano in uno spettacolo che è un inedito confronto con le radici della musica pop occidentale. Momo, della Compagnia Batsheva (14 ottobre) è uno spettacolo da non perdere del coreografo israeliano Ohad Naharin, che va alla ricerca di verità e di bellezza attraverso la delicatezza e l’energia: con una colonna sonora per lo più tratta dall’album Landfall della leggendaria Laurie Anderson e del Kronos Quartet, uno dei più importanti ensemble di musica classica contemporanea. Peeping Tom presenta invece S 62° 58′, W 60° 39′, una nuova visionaria produzione il cui titolo indica le coordinate geografiche e temporali di un punto di un deserto artico, dove una nave e la sua piccola comunità sono intrappolate in una montagna di ghiaccio (28/29 ottobre, Teatro Valli). La chiusura del Festival coincide poi con la conclusione del progetto La passione dei Possibili, focus che il Reggio Parma Festival dedica all’icona della danza Maguy Marin e il 18 e 19 novembre al Teatro Cavallerizza presenterà, in prima italiana, la sua nuova creazione.

Ancora per la danza, il festival prevede anche due workshop, uno per danzatori professionisti e uno aperto a tutti di tecnica gaga, il rivoluzionario linguaggio del corpo che porta la firma dello stesso coreografo israeliano Ohad Naharin, e un ampio spazio è riservato a DanzaER, progetto per la promozione internazionale della danza contemporanea dell’Emilia. In questa vetrina, tra gli altri, la Fondazione Nazionale della Danza /Aterballetto, Gruppo Nanou, Dewey Dell, Silvia Gribaudi con MM Contemporary Dance Company, Nicola Galli, Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi. Infine torna, oltre all’appuntamento con lo spettacolo vincitore del Premio della Critica del progetto Direction Under 30, del Teatro Sociale di Gualtieri, la collaborazione con il Festival Dinamico e una serie di proposte tra circo e danza, e destinati a un pubblico di tutte le età, che vede tra gli appuntamenti da non perdere la prima italiana di Foreshadow del belga Alexander Vantournhout.