- Data di pubblicazione
- 07/10/2024
- Ultima modifica
- 07/10/2024
Moby Dick alla prova del palcoscenico. Uno spettacolo di Roberto Mercadini
La tournée in regione a partire dal 10 ottobre al Piccolo di Forlì
La sfida è tra le più ardue per un autore di teatro: portare Moby Dick in palcoscenico è un’impresa che pochi hanno tentato, perché il capolavoro di Herman Melville è un labirinto straordinario e irriducibile a una sola direzione di senso, ricco com’è di piani, di rimandi, di riflessioni scientifiche, religiose e filosofiche. Non a caso, quello che oggi è considerato un romanzo ai vertici della letteratura mondiale, fu un totale fallimento all’epoca della sua prima pubblicazione nel 1851.
Ad affrontare questa sfida, che hanno tentato nel tempo grandi artisti come Orson Welles (suo il dramma in due atti intitolato Moby Dick Rehearsed e portato in scena negli anni Cinquanta a Londra) è oggi Roberto Mercadini, narratore, autore-attore, scrittore, poeta e divulgatore, i cui monologhi spaziano dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità, dai grandi interpreti della letteratura ai temi sociali. Il suo spettacolo, una lettura/narrazone intitolata Moby Dick (sebbene molti abbiano tentato) – significativa la parentesi – apre la nuova Stagione di Teatro Contemporaneo al Piccolo di Forlì il 10 ottobre alle 21. Sarà poi al Teatro Dehon di Bologna il 14 ottobre, al Mentore di Santa Sofia il 27 ottobre, al Teatro Michelangelo di Modena, il 15 novembre e il 17 gennaio al Teatro Masini di Faenza.
Il lavoro, prodotto da Sillaba, è diretto dallo stesso Mercadini che descrive “l’impresa” di portare sul palcoscenico il monumentale volume così: “Moby Dick non racconta una storia. Non è un romanzo. Forse neppure un libro. È un mostro che sta fra gli altri volumi scritti come il leviatano bianco sta in mezzo alle altre creature marine. Che può farne, allora, un narratore (e nel tempo d’una narrazione)? Può almeno far brillare alcuni frammenti incandescenti; far intuire, per sintesi, l’intera luce, l’intero calore del magma. Può dire: ‘sono come un palombaro che scende negli abissi. Trova Atlantide. Non può risalire portandosi Atlantide sulle spalle. Può riportare però qualche frammento (una moneta, un pezzetto d’anfora, un naso di statua). E poi dire: guardate, questa non è Atlantide; è la prova che, là sotto, c’è Atlantide: andate a farci un giro, se vi capita”.