- Data di pubblicazione
- 10/01/2025
- Ultima modifica
- 10/01/2025
Manson e Maternità. A Bologna doppio appuntamento con Fanny & Alexander
Dal 15 al 19 gennaio alle Moline e all’Arena del Sole
La storia di un noto assassino statunitense e una riflessione sulla maternità. Due universi di senso e due immaginari lontanissimi tra loro e un solo stile a portarli sulla scena: quello di Fanny & Alexander. Appena qualche settimana dopo aver ricevuto all’Arena del Sole ben cinque premi Ubu per Trilogia della città di K., la compagnia ravennate fondata da Luigi Noah De Angelis e Chiara Lagani torna a Bologna con due recenti lavori: Manson, in scena al Teatro delle Moline dal 15 al 19 gennaio e Maternità nella Sala Thierry Salmon dell’Arena del Sole dal 17 al 19 gennaio.
Sono entrambi spettacoli per un attore solo, diretti da De Angelis: il primo vede in scena Andrea Argentieri nei panni del noto assassino statunitense Charles Manson, ritenuto il responsabile dell’eccidio di Cielo Drive, in cui furono ammazzati l’attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polański, e quattro suoi amici, e quello ai danni del dirigente d’azienda Leno LaBianca e di sua moglie. Già apprezzato per altri ruoli fortemente mimetici, come quello di Primo Levi, Argentieri veste stavolta i panni dell’accusato e, a partire dalle testimonianze video e audio, le numerose interviste che Charles Manson rilasciò, incarna una sorta di ritratto del suo personaggio facendoci ripercorrere i meandri della sua mente labirintica.
“In ballo c’è davvero solo il giudizio, ̶ si legge nelle note della compagnia ̶ la condanna alle azioni di questo strano, ambiguo personaggio? Oppure ci siamo anche noi, la nostra stessa repulsione oppure l’indecifrabile attrazione per questo caso macabro, per le parole depistanti e oblique che stiamo ascoltando? Avremo dunque la capacità, la possibilità di far luce nell’oscuro paesaggio dei significanti, di leggere nel libro nero e illeggibile del significato, delle molte rifrazioni manipolatorie del discorso? Potremo alla fine aprire un varco attraverso il muro specchiante della nostra stessa voglia di sapere, del nostro bisogno di vedere, di ottenere un dettaglio, e poi ancora un altro, sempre di più? Cos’è che cerchiamo esattamente? Cos’è, alla fine, che stiamo davvero guardando?”.
Il secondo, Maternità, con l’attrice e fondatrice della compagnia Chiara Lagani, è tratto dal romanzo autobiografico dell’autrice canadese Sheila Heti (Sellerio editore, 2019), dal quale la stessa Lagani ha realizzato la drammaturgia. I due lavori, per la prima volta rappresentati assieme, hanno una struttura drammaturgica simile che prevede una forma di interazione con il pubblico. In Manson, gli spettatori pongono delle domande all’imputato, quasi come fossero membri di una giuria. Mentre in Maternità, il dispositivo è invertito: è l’attrice in scena che rivolge i quesiti agli spettatori, che muniti di telecomando, rispondono “si” o “no”, come in un referendum. “Nel libro di Heti – spiega Lagani – una donna alla soglia dei 40 anni si chiede se vuole un figlio o meno, e ci metterà tutto il libro a rispondersi che no, non lo vuole. Di fronte alle domande più ardue interroga il libro de I Ching lanciando ogni volta per due volte i dadi e lasciando che sia la sorte a rispondere per lei. Tutto il libro è costruito così e, mentre si dipana il ragionamento sulla maternità, si sviluppa in parallelo anche una riflessione molto intensa sull’atto creativo, sui bivi possibili della vita, così come della scrittura. In principio, devo confessarlo, questo libro mi ha respinta: sono caduta nella trappola del giudizio, che è come un filo invisibile che viene teso a ogni passo che si compie dentro il testo. Poi però non sono più riuscita a togliermelo dalla testa. Mi rendevo conto che con questa modalità spudorata e respingente l’autrice aveva davvero intaccato qualcosa in me e le sue domande continuavano a muoversi: è stato allora che ho chiesto a Luigi di leggere il libro, per capire assieme se potevamo metterlo in scena”.
Le repliche dello spettacolo sono seguite da tre incontri, nell’ambito del Patto per la Lettura di Bologna, con Chiara Lagani e tre ospiti: la scrittrice Alessandra Sarchi (17 gennaio), l’attrice e regista Fiorenza Menni (18 gennaio) e la scrittrice Simona Vinci (19 gennaio).