Una meditazione sulla memoria. Casanova secondo Condemi

Al Teatro Bonci di Cesena dal 27 al 30 marzo

27 marzo 2025

Casanova il seduttore, Casanova il grande viveur, Casanova sinonimo di desiderio, passione e vitalismo. Nulla di tutto quello che sappiamo del grande libertino veneziano è al centro dell’opera che il regista Fabio Condemi dedica a una delle figure più affascinanti e note del Settecento. Sebbene il testo, scritto per l’occasione da Fabrizio Sinisi (tra i più ricercati drammaturghi italiani della scena contemporanea), sia liberamente ispirato a “Storia della mia vita” – corposissima autobiografia di Casanova – protagonista dello spettacolo non sono (soltanto) le sue avventurose storie, ma una profonda meditazione sul tempo e sulla memoria. Un Casanova invecchiato, stanco, provato dall’esilio, di cui è interprete d’eccezione Sandro Lombardi, affiancato da altri due attori di lunga esperienza, Betti Pedrazzi e Marco Cavalcoli, insieme ai giovani Simona De Leo e Alberto Marcello. 

Dopo l’applaudito debutto a Lugano, e una tappa a Torino, Casanova arriva al Teatro Bonci di Cesena dal 27 al 30 marzo. ERT/Teatro Nazionale prosegue infatti nel suo percorso di co-produzione delle creazioni di Fabio Condemi, regista tra i più apprezzati della sua generazione, cominciato con “Calderón” (2022), nell’ambito del progetto “Come devi immaginarmi”, dedicato a Pier Paolo Pasolini, e “Nottuari” (2024) ispirato alla letteratura horror dello statunitense Thomas Ligotti. Ed è ancora la materia letteraria a fornire lo spunto per questo nuovo lavoro, che in qualche modo segue un’indagine sui paradossi del Settecento già cominciata da Condemi con “La filosofia nel boudoir” del Marchese de Sade, opera che gli è valsa il Premio Ubu 2021 per la miglior regia. 

Avventuriero, amante, giocatore d’azzardo, latitante, soldato di ventura, filosofo itinerante, Casanova ha attraversato tutto il secolo con la sua vita e la sua opera autobiografica, prima da protagonista e poi da osservatore. Lo ritroviamo in questo spettacolo (con scenografia e drammaturgia dell’immagine di Fabio Cherstich, costumi di Gianluca Sbicca, disegno luci di Giulia Pastore e musiche e sound design di Andrea Gianessi) ormai alla fine della sua vita, mentre è in esilio a Dux – un momento della sua vita che nelle memorie non è riportato. Immerso nelle acque profonde del subconscio grazie all’intervento di un mesmerista, Casanova si rivela ancorato a un passato che è infanzia ma che è anche nostalgia di qualcosa che forse non è mai esistito. Il medico lo traghetta dentro i suoi ricordi e lo accompagna durante questa lunga notte fino a fargli capire qualcosa di sé stesso che non vuole accettare.

“La vita di Casanova – afferma il regista – è una miniera teatrale per i continui spunti drammaturgici, visivi e storici che contiene. Da protagonista a spettatore, Casanova ricorda se stesso da giovane e rievoca in modo frammentario le sue avventure. I ricordi si mescolano e prendono vita nella biblioteca del Castello di Dux, in Boemia, dove l’intellettuale veneziano trascorre gli ultimi giorni, esule, sbeffeggiato, escluso dal mondo moderno, dialogando con i fantasmi del suo passato. Casanova, filosofo, prestigiatore e truffatore che ha vissuto tutto il secolo dei lumi, muore proprio alla fine del Settecento, mentre il mondo cambia e inizia la modernità”.  “Casanova è una meditazione sulla memoria e sul tempo – aggiunge invece Sinisi – non solo quelli di Giacomo Casanova, ma di un’epoca intera. Ci sono personaggi, osservando i quali si può misurare la transizione di un’epoca storica. Casanova, nato all’inizio del secolo, nel 1725, e morto alle soglie del successivo, nel 1798, è uno di questi corpi che funzionano come dei campi di battaglia. Giacomo Casanova è forse la più perfetta cartina di tornasole del Settecento, un secolo che vive uno dei più grandi stravolgimenti culturali, politici e antropologici che la storia ricordi. Quest’uomo malinconico e rancoroso, rinchiuso come un prigioniero in una piccola biblioteca in Boemia dove trascorre gli ultimi giorni, non è solo una celebre personalità del tempo che fu: è una maschera tragicomica, un paradigma che cambia, un’icona che segna la fine di un mondo e l’inizio di un altro”.

Sabato 29 marzo alle ore 18.00 Fabio Condemi, Sandro Lombardi e la compagnia incontreranno il pubblico nell’ambito del ciclo Conversando di teatro. Modera Rossella Menna, studiosa di teatro, saggista e docente.