- Data di pubblicazione
- 04/04/2018
- Ultima modifica
- 04/04/2018
Antigone, il duello tra etica e legge letto da Federico Tiezzi
A Bologna dal 5 all’8, a Vignola il 10 e a Modena dal 12 al 15 aprile
È Federico Tiezzi a firmare la regia di Antigone, tragedia sofoclea in scena all’Arena del Sole di Bologna (Sala Leo de Berardinis) dal 5 all’8 aprile, al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola il 10 aprile e al Teatro Storchi di Modena dal 12 al 15 aprile.
L’adattamento di Tiezzi è ambientato in una sorta di ospedale-obitorio dove le due sorelle, Antigone e Ismene, entrano per trafugare il corpo del fratello e dove i componenti del Coro lavano gli scheletri riversi sulle lettighe. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Lombardi Tiezzi e dal Teatro di Roma, è il secondo capitolo di una trilogia – dedicata alla famiglia, ai suoi conflitti e alle sue ombre – che ha avuto inizio nel 2016 con “Calderòn” di Pasolini (Premio Ubu a Tiezzi per la migliore regia) e culminerà nel 2020 con “La tempesta” di Shakespeare.
In “Antigone” – uno dei massimi capolavori dell’antica Grecia e oggi, dopo millenni, un luminoso esempio di una ricchezza drammaturgica intramontabile – Sofocle ci illustra l’eterno conflitto tra leggi umane e leggi di matrice divina, l’ordine pubblico e la legittimità del potere contrapposti alla disobbedienza individuale, alla ribellione a quel potere considerato ingiusto, nel nome di valori etici e affetti familiari. Negli ultimi decenni, tra le numerosissime riletture della tragedia sofoclea, Antigone è spesso vista come una sorta di dissidente, una metafora dei diritti del singolo di fronte ai regimi totalitari.
La storia è nota: contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte, Antigone decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice messo al bando e, scoperta, viene condannata a morte. La condanna innesca un’altra, duplice, tragedia: il suicidio del figlio di Creonte, Emone, innamorato promesso sposo di Antigone, e poi il suicidio della moglie di Creonte e madre di Emone, Euridice. Dunque, attorno al cuore della tragedia, ovvero lo scontro tra Antigone e Creonte, vengono orditi ulteriori conflitti assai significativi, come quello tra Creonte e suo figlio Emone, o quello tra Antigone e sua sorella Ismene, il suo contraltare: sottomessa all’uomo, rispettosa di ogni ordine, modello femminile perfetto della società patriarcale. Creonte infatti trova intollerabile l’opposizione di Antigone non solo perché disobbedisce a un suo ordine, ma perché a disubbidire è una donna. Non manca nemmeno il conflitto tra la ragione di Stato e le arcaiche credenze esplicitato nell’incontro tra Creonte e l’indovino Tiresia.
La regia di Tiezzi è attenta a esaltare la complessità della trama, a costruire un prisma scenico di chiaroscuri di senso, di alternanza di luci e ombre, a individuare tutti i rivoli dello straripante dramma: dal conflitto generazionale alla disparità di genere e alla dimensione magica, alla preveggenza capace di generare dei dubbi, lasciare dei segni nell’animo di un despota. Ma ad interessare maggiormente il regista è la specificità linguistica di ciascun personaggio, i differenti registri verbali dei protagonisti della tragedia (freddo e lapidario quello di Creonte, appassionato e caparbio quello di Antigone, neutro ma elevato quello del coro….), nati da uno scrupoloso lavoro sul testo cominciato con la traduzione dalla lingua sofoclea di Simone Beta e proseguito con l’adattamento e la drammaturgia curati da Federico Tiezzi assieme a Sandro Lombardi e Fabrizio Sinisi.
Nel ruolo dei protagonisti troviamo Lucrezia Guidone (Antigone) e Sandro Lombardi (Creonte). Completano il cast Federica Rosellini (Ismene), Lorenzo Lavia (Corifeo), Massimo Verdastro (Guardia), Ivan Alovisio (Emone), Francesca Benedetti (Tiresia), Luca Tanganelli (Ragazzo/Servo/Coro), Carla Chiarelli (Ancella/Coro), Francesca Mazza (Euridice/Coro), Annibale Pavone (Primo Messaggero), Josafat Vagni (Secondo Messaggero) e Marco Brinzi (Servo/Coro).
A rafforzare (o forse lenire) la cruda scena, curata da Gregorio Zurla, il Coro intona canti orientali: una voluta sintesi del mondo occidentale e orientale preparata da Francesca Della Monica.
A completare le scene, il video di Luca Brinchi e Daniele Spanò, i costumi di Giovanna Buzzi e le luci di Gianni Pollini. I movimenti coreografici sono di Raffaella Giordano.
“Conversando di teatro”, l’incontro con la compagnia e l’occasione per dialogare con gli artisti in un’atmosfera informale, per questo spettacolo è in programma all’Arena del Sole sabato 7 aprile, alle 16.30, con la conduzione di Marzio Badalì.