Come per dichiarare nei fatti la sua funzione pubblica, il Teatro comunale di Pieve di Cento si trova all’interno del Palazzo municipale del paese. La sala cominciò a essere usata per le rappresentazioni alla fine del Settecento, quando nel borgo venne a mancare il teatro esistente dal secolo precedente.
Pur essendo considerata una sede provvisoria ospitò con regolarità le messe in scena dei dilettanti pievesi e delle compagnie di giro. Nel 1856, quando fu riaperto dopo la risistemazione affidata all’ingegnere centese Antonio Giordani, l’inaugurazione fu sancita da due opere di Verdi, “Trovatore” e “Rigoletto”.
Tipico teatro all’italiana, con cavea a ferro di cavallo e tre ordini di palchi, è stato in funzione fino al 1929, andando poi in disuso e subendo danni durante la Seconda guerra mondiale, quando fu ridotto ad accampamento dai soldati tedeschi. Due restauri integrali, negli anni Ottanta e poi all’inizio dei Duemila, lo hanno riportato in vita, salvaguardando gli arredi e le suppellettili ancora integre, compreso il magnifico sipario dipinto da Adeodato Malatesta con l’effigie di Esopo che narra favole ai pastori.
Dedicato alla cantante lirica Alice Zeppilli e capace di circa 150 posti, il Teatro comunale di Pieve di Cento è gestito dall’Unione Reno Galliera, che lo mette a disposizione dei numerosi gruppi dilettantistici locali, ospitando anche concerti, convegni, incontri e manifestazioni di vario genere, tra cui, di recente, il festival “Tracce di teatro d’autore” e la stagione teatrale “Agorà”.