- Data di pubblicazione
- 17/08/2021
- Ultima modifica
- 17/08/2021
Aroldo torna al Galli a 164 anni dal debutto nel teatro riminese
Il 27 e 29 agosto a Rimini e su Operastreaming
A 164 anni da quel 16 agosto 1857 in cui inaugurò il magnifico Teatro Galli di Rimini progettato da Luigi Poletti, il 27 agosto alle 21 (anche su operastreaming), con replica il 29 agosto, l’Aroldo di Giuseppe Verdi torna in scena sullo stesso palcoscenico in un nuovo allestimento che accanto al teatro riminese, capofila della produzione, conta l’Alighieri di Ravenna, il Comunale di Modena e il Municipale di Piacenza. Un’operazione imponente, dunque per celebrare il ritorno a casa del melodramma scritto dal maestro di Busseto che festeggiò l’apertura del Galli (allora denominato Teatro Nuovo) semidistrutto durante i bombardamenti alleati del 1943, e che ne celebra ora la ricostruzione conclusa solo nell’ottobre del 2018.
La nuova produzione nasce da un approccio site-specific che rivaluta uno dei titoli più trascurati del repertorio verdiano, rifacimento dello Stiffelio ritirato per problemi di censura, e che in modo del tutto originale accoglie nella drammaturgia anche le vicende dell’edificio in cui venne rappresentata l’opera per la prima volta. A dirigerla, per la parte musicale, è Manlio Benzi sul podio dell’Orchestra Luigi Cherubini e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati, mentre l’allestimento è stato ideato da Emilio Sala e Edoardo Sanchi che firmano per la prima volta insieme la drammaturgia e la regia.
“Questa nuova produzione di Aroldo – spiega Sala – ripropone l’opera di Verdi in un allestimento che, oltre alla vicenda originale, racconterà la storia del teatro di Rimini ovvero, come si scoprirà alla fine, la nostra storia. Il punto di partenza è la drammaturgia del perdono alla base del progetto musicale verdiano, una drammaturgia che, nello stesso 1857, era stata già sperimentata dal grande compositore nel Simon Boccanegra, anche se con un esito tragico: Fiesco e Simone si riconciliano ma quest’ultimo muore avvelenato. Nell’Aroldo, invece, il perdono finale apre uno spazio catartico – per quanto fragilissimo – pieno di aspettative e di speranza.” “Lavorare a questa produzione di Aroldo è un’emozione unica – racconta invece Benzi – perché da anni si era pensato insieme ad un progetto che unisse musica, dramma, testo e scenografia che nel nostro caso è il Teatro stesso, a fondersi in un unico pensiero che risalendo alle radici della nostra storia prova ad aprirsi una strada di futuri possibili.”
Il tenore Antonio Corianò vestirà per la prima volta i panni del protagonista. E al debutto è anche per la giovanissima soprano Lidia Fridman, che interpreta Mina. Completano il cast il baritono Michele Govi (Egberto), il basso Adriano Gramigni (Briano), il tenore Cristiano Olivieri (Godvino) e l’attore Ivano Marescotti che prende parte allo spettacolo in veste di conferenziere.
Al nuovo allestimento prendono parte Isa Traversi (movimenti scenici), Giulia Bruschi (scene), Elisa Serpilli e Raffaella Giraldi (costumi), Nevio Cavina (luci), Matteo Castiglioni, (montaggio video e proiezioni) e Maria Grazia Cervetti e Rinaldo Rinaldi per il rifacimento pittorico del sipario storico realizzato da Francesco Coghetti.