Due svizzeri d’eccezione. Christoph Marthaler rilegge Dieter Roth. Prima nazionale a Bologna

Il 30 e 31 ottobre all’Arena del Sole

28 ottobre 2021

Tedesco d’origine e svizzero d’adozione, il poeta, pittore, scrittore e grafico Dieter Roth è uno degli artisti più prolifici e affascinanti del secolo scorso, noto per le installazioni, i dipinti, i tanti libri d’autore e le opere realizzate con i cibi come i coniglietti di escrementi, i tavoli di rovine e le torri di leoni. Al suo inesauribile estro creativo e più precisamente al suo linguaggio folle e musicale, un altro svizzero d’eccezione, il visionario, pluripremiato regista Cristoph Marthaler, dedica uno spettacolo che il 30 e 31 ottobre arriva in prima nazionale all’Arena del Sole, sala bolognese di ERT Fondazione che lo ha coprodotto assieme allo Schauspielhaus di Zurigo e una cordata di altri partner europei.

Lo spettacolo, in tedesco con sottotitoli in italiano curati da Sonia Antinori, s’intitola Das Weinen (Das Wähnen) – Il Pianto (Il Pensiero), dal titolo di un libro di Roth realizzato in uno strano formato verticale, mai tradotto in italiano prima d’ora. Fu lo stesso autore a regalare a Marthaler il volume. Era la fine degli anni Ottanta, e da allora il regista non ha mai smesso di frequentarlo, utilizzarne frammenti per alcune produzioni, di farlo viaggiare nel suo immaginario e in quello del suo pubblico insomma. Con questa nuova produzione, a trent’anni dal primo incontro, il confronto si fa esplicito e diretto, con uno spettacolo che fa incontrare sul palcoscenico due mondi creativi che condividono l’urgenza di attraversare confini, l’euforia di vivere centri e periferie delle città preferite, la predilezione per l’ersosione del corpo, dello spirito e del cioccolato, e una spiccata tendenza ad assegnare a opere d’arte titoli bizzarri.

Nello spettacolo di Marthaler, interpretato da Liliana Benini, Magne Håvard Brekke, Olivia Grigolli, Elisa Plüss, Nikola Weisse, Susanne-Marie Wrage, le parole del testo di Roth diventano suono, facendone emergere il carattere ludico di cedimento, errore, divertissement, per dare vita a una commedia allegra che fa viaggiare gli spettatori nella fantasia. Il tutto in un luogo più o meno familiare, quotidiano, dove disperazione e speranza s’incontrano, come spesso accade nelle opere del regista svizzero che con il suo inconfondibile stile ha conquistato i palcoscenici di tutta Europa, Italia compresa, che gli assegnato negli anni i principali riconoscimenti, dal Premio Europa per le Nuove Realtà Teatrali a Taormina Arte ’98, al Leone D’oro alla Biennale Teatro di Venezia nel 2015, oltre a due Ubu consecutivi (2014-2015) per il miglior spettacolo straniero presentato nel nostro paese.