‘Inganno’: la verità del canto a Màntica 2018

A Cesena dal 24 novembre al 21 dicembre

23 novembre 2018

Nella società della trasparenza in cui il culto della ‘realtà’ e della conoscenza si sta dileguando, paradossalmente, per arrivare alle verità più profonde e umane, Chiara Guidi, attrice e regista, fondatrice di Societas, dedica l’undicesima edizione di Màntica, che si terrà dal 24 novembre al 21 dicembre al Teatro Comandini di Cesena, ai territori fertili dell’inganno. Concepito come capitolo di un unico movimento più ampio intitolato appunto Inganno, che comprende anche Essere Primitivo, lavoro con un gruppo di giovani appena terminato, e la nuova edizione di Puerilia che si terrà in primavera, il programma del festival si presenta decisamente fuori formato. A tagliare il nastro è Claudia Castellucci che il 24 novembre, partendo dalle riflessioni nate intorno alla digitalizzazione dell’archivio della Societàs Raffaello Sanzio, terrà un seminario alla Biblioteca Malatestiana, sulla questione estetica di un archivio artistico, ovvero sulla possibilità di istituire, nel conservare e catalogare, un’estetica corrispondente al rango degli oggetti conservati. Il seminario sarà poi completato il 26 novembre, con una visita alla Cineteca di Bologna alle 10.00, e una all’Archivio di Stato di Cesena alle 16.00.

Il festival nasce come osservatorio sperimentale in cui, a partire da una traccia filosofica, opere teatrali, musicali e cinematografiche si intrecciano a conferenze, laboratori articolati, e originali seminari. Il ragionamento e le ricerche muovono a partire da un libro di Roberta Ioli intitolato Il felice inganno. Poesia, finzione e verità nel mondo antico, pubblicato da Mimesis, in cui la studiosa del pensiero antico, ospite a Màntica per un dialogo, il 30 novembre alle 18.30, dice: “Mi pare che il dono della poesia antica sia proprio il suo inganno, inteso come scarto rispetto a una realtà in sé inaccessibile, eppure illuminata dal dono del canto tragico”.

Così, considerando l’inganno come una promessa, e il canto, la poesia, le arti, come possibilità di accedere a territori altrimenti inaccessibili, Guidi ne cala il senso nel mondo attuale, spingendo la voce – per citare il titolo della sua ultima pubblicazione – in una foresta di immagini invisibili. Lo fa in primo luogo attraverso Il disegno nascosto, un laboratorio che attraversa l’intero festival, condotto con il disegnatore Stefano Ricci. I due artisti lavoreranno in stanze “separate ma confinanti”, operando rispettivamente sulla voce, che congiunge suono e parole scritte, e sull’esplorazione del disegno che si trova “fuori dal foglio”.

Nelle giornate di Màntica si avvicenderanno, intanto, spettacoli e incontri. A partire proprio dall’anteprima, il 27 e 28 novembre alle 20.30, di Edipo re di Sofocle. Esercizio di memoria per quattro voci femminili, nuovo lavoro di Chiara Guidi, realizzato in dialogo con Vito Matera, in cui l’artista si concentra sulla voce di Edipo, una voce interna e viscerale, considerata come unica depositaria della verità del proprio destino. Della Guidi si vedrà anche, in coda a Màntica, il 21 dicembre al Teatro Bonci, per la rassegna Disgelo dei nomi di Ert, Monsieur Teste, una prosa filosofica per contrabbasso percussione e voce, basata sul testo di Paul Valéry, “la cui visione – spiega la regista –, portando oltre ‘i bordi muti della parola’, interroga la musica cercando di sentire quel che c’è in noi di più nascosto”: di qui le musiche dal vivo di Michele Rabbia alle percussioni e Daniele Roccato al contrabbasso.

Il 30 novembre alle 20.30 tocca ai Dewey Dell salire sul palco del Comandini, con la loro ultima creazione, un dittico che comprende due performance su infanzia e adolescenza, rispettivamente I Am Without e I Am Within, che indagano, spiegano gli artisti, ciò che “rimane incastrato dentro, dietro di noi, che non riusciamo a condividere pienamente con nessuno, eppure è qualcosa che fonda la persona che siamo. In questa solitudine – ombra irrisolvibile – si attiva una reazione potente: la capacità di diventare la difesa e il conforto di cui si ha bisogno”.

Harleking di Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, in scena il 2 dicembre, è invece la rappresentazione di un demone dall’identità ambigua e multipla, il servo furbo mosso dalle inclinazioni più animali della Commedia dell’Arte, “figura grottesca, capace di muovere il riso pur senza rallegrare”.

Un sabato tutto musicale quello del 1° dicembre, con il musicista londinese Peter Cusack che alle 18.30 presenta Sounds From Dangerous Places, composizione ottenuta attraverso il suo “giornalismo sonoro”, che produce racconti attraverso i suoni di luoghi e situazioni. Seguirà, alle 20.30 e alle 21.30, la performance di Ola Maciejewska, coreografa polacca che in Loie Fuller: Research si appropria criticamente del “Dancing Dress”, pratica fisica che stimola il movimento della materia, ideato dalla grande danzatrice statunitense a cui è intitolato il lavoro. Alle 22.00 l’azione-concerto del disegnatore Stefano Ricci con il vibrafonista Pasquale Mirra e il contrabbassista Giacomo Piermatti, dal titolo Quello che ho visto, frutto di un viaggio di Ricci nella Valle del Bekaa, in Libano, dove si trovano oltre un milione i rifugiati siriani fuggiti a causa della guerra. Il progetto è sostenuto da GVC Italia e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Proprio di diritti mancati, guerre e tradimenti della dignità si occupava Alessandro Leogrande, grande intellettuale del nostro tempo scomparso prematuramente e a cui Màntica fa una dedica speciale, riproponendo giovedì 29 alle 19.30, al Comandini, il programma radiofonico per Rai Radio 3 andato in onda nel 2017 per “Vite che non sono la tua”, Piano Condor. Continente desaparecido, in cui lo scrittore racconta il piano internazionale di repressione coordinato da alcuni paesi dell’America Latina negli anni Settanta attraverso la condivisione di informazioni, azioni e metodi di interrogatorio, tortura, carcerazione, sparizione. Segue, alle 20.30, la proiezione in collaborazione con la Cineteca di Bologna di La strada dei Samouni, film di Stefano Savona, premiato come Miglior documentario al Festival di Cannes 2018. L’opera è ambientata nella periferia rurale di Gaza City, e si sviluppa intorno alla vicenda di una piccola comunità di contadini tra macerie e ricostruzione, per osservare i cambiamenti della loro vicenda umana ed esistenziale, tra il prima e dopo la guerra.

Tra gli altri appuntamenti, incontri e dialoghi, da segnalare quello con Olivia Guaraldo, ricercatrice in filosofia politica, curatrice del volume di Hannah Arendt La menzogna in politica (Marietti) che il 28 novembre alle 17.30 parlerà, coinvolgendo anche studenti delle scuole superiori, della natura della politica e del suo rapporto con la verità; e la novità di questa edizione: una anticipazione di Puerilia, con appuntamenti pomeridiani per bambini. Uno con Chiara Guidi, intitolato Tuffo, ispirato a figure della fiaba e del mito per sperimentare con i piccoli dai 6 ai 10 anni materie e relazioni e la definizione di un patto, che va in scena l’8 e 9 novembre alle 16; l’altro con Dewey Dell che il 15 e 16 dicembre presentano La Battaglia, con un Gallo e uno Scorpione che si fronteggiano, di fronte a bambini dagli 8 anni.

Màntica è realizzato grazie al contributo del Comune di Cesena/Assessorato alla Cultura e Promozione, della Regione Emilia-Romagna/Assessorato Cultura e del MiBACT, in collaborazione con Teatro Bonci/Emilia Romagna Teatro e Coop Alleanza 3.0.