- Data di pubblicazione
- 14/12/2022
- Ultima modifica
- 14/12/2022
La corsa dietro il vento. Gioele Dix porta in scena Buzzati
Il 15 dicembre a Busseto e il 16 dicembre a Carpi
Una notte, dalla finestra di un palazzo in cui abita un grande poeta, cade una pallottola di carta, che finisce nelle mani di due amici che stanno passeggiando proprio in quella strada e che conoscono e ammirano il famoso artista. Uno dei due vorrebbe ricomporre il foglio per leggere subito quanto c’è scritto, nella speranza di trovarvi un componimento inedito. L’altro, il narratore, preferisce invece conservarlo senza scoprire cosa c’è dentro, per vivere nell’illusione che davvero dentro quel pezzo di carta vi sia un capolavoro e non rischiare di scoprire invece che non contenga altro che un banale fallimento. Il pregustare con la fantasia lo splendore del poema ignoto, equivale, anzi supera il godimento artistico della diretta e profonda conoscenza. Lo straordinario racconto, intitolato La pallottola di carta e incluso nella raccolta “Sessanta racconti”, è di Dino Buzzati, e proprio da questo affascinante spunto è nato La corsa dietro il vento, spettacolo scritto e interpretato da Gioele Dix, in scena il 15 dicembre al Teatro Verdi di Busseto e il 16 dicembre al Teatro Comunale di Carpi, nell’ambito di WintER Festival, una rassegna di eventi a cura della Regione Emilia-Romagna, che coglie le proposte più interessanti della scena culturale nel periodo festivo.
Ambientato in una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria, lo spettacolo pesca tra i tantissimi racconti di Buzzati, in particolare tra le raccolte “Sessanta racconti”, “Il colombre” e “In quel preciso momento”, per dare vita a un mosaico di personaggi e vicende umane paradossali e profondi, proprio nello stile dello scrittore bellunese, scrutatore d’anime capace di raccontare la sospensione della nostra esistenza con una scrittura realistica e fantastica. Assieme a Valentina Cardinali, Gioele Dix con il suo celebre gusto del paradossa attraversa le atmosfere buzzatiane per parlare di sé, e quindi di noi. “Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni – spiega l’attore e regista – Sono diventati parte del mio immaginario. La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare”.