La mia infinita fine del mondo. Intervista al regista Lino Guanciale

Prima assoluta martedì 20 ottobre al Teatro Storchi

16 ottobre 2020

Artista di casa in ERT Fondazione, Premio Ubu 2018 come miglior attore e Premio ANCT 2018 per la sua interpretazione ne La classe operaia va in paradiso diretto da Claudio Longhi, Lino Guanciale approda alla sua seconda regia, dopo Nozze di Elias Canetti (Stagione Ert 2019). La mia infinita fine del mondo, questo il titolo della nuova produzione Ert per la drammaturgia di Gabriel Calderón, debutta in prima assoluta martedì 20 ottobre al Teatro Storchi.

La drammaturgia dell’uruguayano Gabriel Calderòn e lo sguardo di Lino Guanciale, che dirige sei attori della Compagnia permanente di Ert, mettono in scena un catalogo di alcune delle transitorie apocalissi attraversate dal pianeta e dall’umanità fin dall’epoca preistorica, fra eruzioni vulcaniche ed ere glaciali, diluvi universali e crisi economiche d’epoca preindustriale, intrecciate al vissuto di precarietà personale di un piccolo manipolo di giovani protagonisti interpretati da Michele Lisi, Paolo Minnielli, Maria Vittoria Scarlattei, Cristiana Tramparulo, Jacopo Trebbi, Giulia Trivero.

I personaggi – nonna, nipoti, ma anche un protone, un  triceratopo e un unicorno – si confrontano quindi con l’esperienza della fine, uno dei temi più profondi dell’inconscio individuale e collettivo. La tentazione della profezia apocalittica, l’ebbrezza o il furore millenaristici, l’afflato messianico e il piacere della paura del confronto col destino si mescolano e confondono tanto all’interno di ognuno di noi quanto nei gangli del nostro tessuto sociale e comunitario. Lo spettacolo – racconta Guanciale nell’intervista –  si configura come una sorta di fenomenologia degli atteggiamenti, dai più abberrati a quelli più concreti e realistici, e magari più efficaci, che si possono avere di fronte ai cambiamenti.

Lo spettacolo rimane in scena a Modena fino a domenica 1 novembre, per poi proseguire al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola dal 3 al 6. La replica del 1 novembre a Modena aderisce a “Teatro No Limits”, il progetto realizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì che porta l’audiodescrizione a teatro e consente alle persone con disabilità visiva di assistere e poter apprezzare a pieno gli spettacoli.

 

 

 

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