L’assurda notte di Martha e George. Albee secondo Latella

Chi ha paura di Virginia Wolf? in scena a Reggio Emilia, Rimini e Bologna

24 gennaio 2022

La critica lo ha spesso liquidato come gemello americano del drammaturgo britannico Harold Pinter, anche perché ha contribuito a diffondere negli Stati Uniti le tendenze drammatiche europee della seconda metà del XX secolo, ma Edward Albee merita certamente un’attenzione speciale e una riscoperta da parte del pubblico italiano. L’occasione l’ha creata Antonio Latella lo scorso anno, anche se i frutti del suo lavoro si raccolgono solo adesso. In pieno lockdown, con i teatri ancora chiusi al pubblico, il pluripremiato regista appassionato ri-lettore di classici novecenteschi e di drammaturgia statunitense ha diretto (a porte chiuse) un allestimento di Chi ha paura di Virginia Woolf?, il testo più conosciuto del drammaturgo statunitense, in una nuovissima traduzione, ancora inedita, di Monica Capuani, con protagonisti quattro attori e attrici straordinari: Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni e Paola Giannini. Dopo mesi di attesa lo spettacolo ha finalmente cominciato la sua tournée e approderà in regione il 25 e 26 gennaio (ore 20.30) al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, per poi fare tappa al Teatro Galli di Rimini dal 28 al 30 gennaio e all’Arena del Sole di Bologna dal 24 al 27 febbraio.

Autore di oltre trenta testi e vincitore (tra gli altri) di tre premi Pulitzer e di due Tony per il teatro, Albee ha diviso fino alla fine la critica, sebbene Chi ha paura di Virginia Woolf? del 1962 sia diventato un vero e proprio classico della drammaturgia americana, che peraltro è valso all’autore fama internazionale grazie all’adattamento cinematografico del 1966. La trama racconta di una coppia di mezza età (George e Martha) che riceve in casa propria un’altra coppia più giovane (Nick e Honey). Nello spazio di una notte, tra i fumi dell’alcool che si addensano in un claustrofobico salotto, si consuma un gioco al massacro in cui i coniugi padroni di casa danno sfogo ai reciproci rancori, mentre i due ospiti vengono travolti da uno spettacolo che sembra prefigurare il loro stesso destino. Sullo sfondo, l’illusorio sogno americano. Il testo, generalmente trattato come testo realistico, è disseminato di elementi da teatro dell’assurdo, ma rispetto ad altri dell’autore è sicuramente più misurato, come spiega la drammaturga del progetto Linda Dalisi, collaboratrice di lungo corso di Latella: “In tutta la produzione di Albee c’è una volontà famelica di sperimentare, di mettere alla prova il linguaggio, sempre in direzione di una accentuata musicalità. La sua punteggiatura è ricercatissima”. Leit motiv delle sue opere? “Una lucidissima osservazione della rete di convenzioni e illusioni in cui siamo intrappolati”.

Non posso non partire dal titolo per affrontare questo testo che ancora una volta mi riporta all’America e alla drammaturgia americana – spiega Latella–. Una canzoncina che la nostra protagonista dissemina per tutto il testo, che riprende la melodia per bambini, e non solo, “Who’s Afraid of the big bad Wolf?” ovvero: “Chi ha paura del lupo cattivo?”. La paura del lupo, quel lupo che fin da piccoli è fuori dalla porta pronto a sbranarci, pronto a punirci nel momento in cui non stiamo nelle regole che la società ci impone. Eppure, non posso credere che questa scelta, in un autore attento come Edward Albee, sia solo un vezzo intellettualistico. (…) Virginia Woolf è un’autrice che crea un nuovo modo di narrare, un nuovo linguaggio. Una vera visionaria, una combattente instancabile per l’emancipazione femminile. La Woolf è presente anche in una idea di narrazione che riguarda lo stesso Albee: “Ogni volta che entra la morte, bisogna inventare, mentire, ricostruire. La morte la puoi vincere solo con l’invenzione”. Bisogna scegliere di spiazzare la morte, di vincere la depressione, la paura, forse anche di anticiparla proprio come fece la grande Virginia Woolf. Per fare tutto questo ho voluto circondarmi di un cast non ovvio, non scontato, un cast che possa spiazzare e aggiungere potenza a quella che spesso viene sintetizzata come una notturna storia di sesso ed alcool”.