Museo Pasolini. Il museo immaginato di Celestini torna con due appuntamenti

Il 26 al Goldoni di Bagnacavallo e il 27 al Diego Fabbri di Forlì

25 novembre 2022

Autore, attore, affabulatore, Ascanio Celestini è tra i più grandi narratori teatrali degli ultimi vent’anni, seguito da un pubblico sempre molto numeroso per le sue coraggiose indagini nei traumi della storia collettiva, dall’eccidio delle Fosse Ardeatine alle ultime tragiche vicessitudini dei manicomi, che sul palcoscenico diventano gallerie di microstorie, personaggi vividi e vicini. L’artista torna  in regione con due  appuntamenti, il 26 novembre  alle 21.00 al Teatro Goldoni di Bagnacavallo e il 27 novembre, sempre alle 21.00, al Teatro Diego Fabbri di Forlì.  Qui Celestini presenta l’ultimo lavoro, Museo Pasolini, dedicato al poeta, scrittore e regista di Casarsa nell’anno del centenario della nascita.

Secondo l’ICOM (International Council of Museums) le 5 funzioni di un museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un museo Pier Paolo Pasolini? In una teca potremmo mettere la sua prima poesia: di quei versi resta il ricordo di due parole “rosignolo” e “verzura”. È il 1929. Mentre Mussolini firma i Patti Lateranensi, Antonio Gramsci ottiene carta e penna e comincia a scrivere i Quaderni dal Carcere. E così via, come dice Vincenzo Cerami: “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva 7 anni fino al film Salò, l’ultima sua opera, noi avremo il ritratto della storia italiana dalla fine degli anni del fascismo fino alla metà degni anni ’70. Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro paese in tutti questi anni”.

Il narratore guida il pubblico in un ipotetico Museo dedicato allo scrittore, attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, un autore, un lettore, un criminologo e un testimone che l’ha conosciuto. Il Museo immaginato dall’attore prende vita partendo da alcune domande: qual è il pezzo forte del Museo Pasolini? Quale oggetto dobbiamo cercare? Quale dovremmo impegnarci ad acquisire da una collezione privata o pubblica, recuperarlo da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Cosa possiamo comunicare attraverso di lui? E infine: in quale modo dobbiamo esporlo?

Co-prodotto da Fabbrica, dal Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Mismaonda, lo spettacolo si avvale delle voci di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio e delle musiche di Gianluca Casadei.