New Magic People Show

Il 23 e 24 gennaio a Ravenna e il 25 gennaio a Pieve di Cento

22 gennaio 2019

Un’umanità dolente e sgangherata, sprofondata in un mare di falsi miti, tra ansia di ricchezza, potere e infinita gioventù a qualunque costo. È Magic People, un cabaret postmoderno disegnato da Giuseppe Montesano in un romanzo uscito nel 2005 per Feltrinelli. Ne avevano fatto poco dopo uno spettacolo quattro assi del teatro italiano, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi e Luciano Saltarelli, e adesso, dopo oltre dieci anni, lo riportano in scena in una versione aggiornata al più recente stato dell’arte del beffardo carosello sociale e politico nazionale, in una produzione di Teatri Uniti, con gli elementi scenici di Underworld, e i costumi a firma di Ortensia De Francesco. New Magic People Show si potrà vedere in prima regionale il 23 e 24 gennaio alle 21 al Teatro Alighieri di Ravenna, per la Stagione dei teatri 2018/19 (il 24 gennaio la compagnia incontra il pubblico in dialogo con Matteo Cavezzali) e il 25 gennaio al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento sempre alle 21 nel cartellone di Agorà.

“Quello che volevamo – dice Montesano – era restituire il senso di nevrotico sovraffollamento del condominio globale, il pullulare comico di personaggi messi a cuocere in una stessa pentola a pressione demenziale, le vite non più protette dall’intimità dell’at home ma sempre sotto l’occhio di tutti, e con un ritmo che voleva sposare i Simpson e Aristofane, Eduardo e Woody Allen, i Soprano e la Commedia dell’Arte, Quevedo e l’Avanspettacolo, Totò e Godot: come farlo con soli quattro attori?”. Come nella tradizione della farsa napoletana, allora, gli interpreti, tra l’altro registi/attori molto noti al grande pubblico per le interpretazioni e le direzioni cinematografiche e televisive, si trasformano e si moltiplicano in una folla di personaggi, per animare una commedia nerissima e divertente, amara e scanzonata, che in un vortice forsennato convoca sulla scena i sudditi della tv, gli schiavi della pubblicità, i consumatori globali, i più mediocri tra gli uomini, i venditori di aria da respirare, prigionieri illusi di essere liberi e così via, in un grande affresco dell’inferno del presente, dipinto nei toni di un colorito avanspettacolo pop che mescola opera buffa e dramma. In uno spazio claustrofobico, che ricalca lo scrigno mentale di un’Italia sgangherata e sovraffollata, sfilano così personaggi imbarbariti e mostruosi, schiavi dell’omologazione e delle mode. I quattro interpreti danno vita, cioè, a uno specchio dissacrante della società contemporanea, nel segno della tradizione dell’avanspettacolo.

“Magic People Show – spiega ancora Montesano – parla di come stiamo diventando servi del mediatico e del denaro, ma si rifiuta di usare le categorie della politica; parla di come la politica abbia invaso le anime, ma non la nomina mai; parla di come la cara e amata vita quotidiana, sia modificata e deformata dallo strapotere dell’Economia, ma senza scrivere trattati asserviti alle ideologie vecchie e nuove”. Lo spettacolo dà parola direttamente ai mutanti di una ex società del benessere, facendo confessare a loro stessi la propria vergogna e assurdità, “allora bisogna far salire in scena Lallo e Gegè, la signora madre Torza e la signorina figlia Torza, l’osceno avvocato Morfo e l’ultimo resistente, il dottor G.: e bisogna lasciarli liberi di sproloquiare, lasciare che i mostriciattoli si esprimano in tutta la loro ridicola e ripugnante miseria, per vedere ciò che troppo spesso è nascosto dall’abitudine e dal così fanno tutti quindi è normale fare così. Non è vero: diventare disumani e cretini e servi e morti in vita non è normale, e non tutti lo fanno: e quindi è normale essere umani, e miti, e gentili, e liberi, e poetici, e vivi”.