Primi fuochi del Barezzi Festival 2018
La preview della dodicesima edizione con quattro concerti in provincia di Parma
Dal 21 al 24 novembre, nelle terre verdiane di Parma e provincia, riparte il Barezzi Festival, rassegna di musica intitolata al droghiere di Busseto che intravide il talento di un giovanissimo Giuseppe Verdi e ne finanziò gli studi. Intersecando generi e sperimentazioni il festival, giunto alla sua dodicesima edizione, si pone come punto di incontro tra opera, musica classica e contemporaneità. Aspettando il debutto ufficiale del festival, in cui è molto atteso, tra gli altri, l’enfant prodige del pianismo Nils Frahm, quattro appuntamenti dal respiro internazionale anticipano, infatti, l’atmosfera e le prospettive del Barezzi, mescolando musica contemporanea, musica d’autore, folk e rock. I concerti abiteranno teatri ospitati come perle preziose in palazzi signorili che dominano i borghi tra Zibello, Fidenza, Fontanellato e Busseto, in cui vibra ancora l’eco della musica che ha fatto la storia degli ultimi due secoli.
Si comincia dal meraviglioso Teatro Pallavicino di Polesine Zibello, dove il 6 ottobre alle 21 approda A Toys Orchestra, band nata in Campania alla fine degli anni ’90 che brilla tra le stelle della scena musicale indipendente, appena reduce dalla presentazione di un nuovo disco intitolato Lub Dub e con alle spalle una carriera sempre in levare. Con il loro pop rock che unisce ritmo psichedelico e melodie intimiste, infatti, negli anni hanno conquistato l’Europa; dal Regno Unito, dove ben due singoli sono andati in rotazione BBC Radio 2, fino a Berlino, dove hanno registrato Butterfly Effect, disco uscito nel 2014, ai Vox-Ton Studio.
La cornice del magnifico Teatro Magnani di Fidenza, in stile neoclassico, con oro e stucchi bianchi sul boccascena, ospita invece, il 18 ottobre alle 21, Mark Kozelek/Sun Kil Moon. Cantautore, musicista e attore statunitense, le cui musiche sono riconoscibili anche nella colonna sonora del film Youth di Paolo Sorrentino, con i Red House Painters Kozelek ha creato un folk-rock oscuro e minimale, affinando le sue doti liriche con il progetto successivo con cui ha dato vita ai Sun Kil Moon, prima di avviare un percorso da solista in cui mescola folk, rap, folk-tronica con testi intrisi di malinconia e messaggi d’amore. Il suo ultimo album doppio Common As Light And Love Are Red Valleys Of Blood, replicato in versione intimista nel 2018 e titolato col suo stesso nome, è come un lungo flusso di coscienza sfocato sulla contemporaneità.
È Damien Jurado, cantautore folk statunitense, a illuminare, il 1° novembre, il Teatro Sanvitale di Fontanellato. Celebrato fin da subito come erede di Elliott Smith, ha poco dopo ‘tradito’ le aspettative con uno strappo stilistico con cui ha abbracciato una filosofia sonora più vicina al cantautorato psichedelico. Tra le ultime collaborazioni un incontro con Moby per l’album Innocents, e l’inclusione del suo singolo Everything nella colonna sonora de film cult La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. L’album appena pubblicato, con cui approda al Barezzi, è The Horizon Just Laughed, il dodicesimo della sua carriera.
La preview non poteva che concludersi al Teatro Verdi di Busseto, paese natìo del maestro, in cui arriva, il 10 novembre, Francesco Tristano, talento della scena mondiale e astro nascente del pianismo classico, con la passione per l’elettronica. Durante i suoi concerti, infatti, spesso stupisce inserendo elementi di musica elettronica, techno e jazz. Il compositore lussemburghese, di madre italiana, e di casa a Barcellona, ha girato già mezzo mondo, vincendo premi come il Premio internazionale di Orleans, che viene attribuito solo agli artisti più promettenti del ventesimo secolo. Ha composto ed eseguito l’ultimo album, Circles, uscito nel 2017 per la Sony Classical, a quattro mani con Chilly Gonzales.
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- Data di pubblicazione
- 31/08/2018
- Ultima modifica
- 31/08/2018