Rimpatriate all stars e nuove stelle da scoprire al Bologna Jazz Festival
Dal 27 ottobre al 1° dicembre a Bologna, Ferrara e Forlì
Trentasei giorni di musica, dal 27 ottobre al 1° dicembre, con i protagonisti del jazz made in Usa e nazionale e qualche sorpresa tutta da scoprire. Succede a Bologna, ma non solo. Il Bologna Jazz Festival si allarga infatti all’area metropolitana e alle province di Ferrara e Forlì, con un programma che abbraccia anche altri linguaggi. La presenza più attesa è quella (in esclusiva nazionale) di Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride e Brian Blade, quattro star del jazz internazionale. La line up fu creata da Redman nel 1994 per incidere il suo terzo album da leader, MoodSwing, uno dei dischi jazz fondamentali degli anni Novanta, ma oggi nel riunirsi ancora, per la pubblicazione del disco RoundAgain (2020), la leadership è diventata collettiva. La rimpatriata da non perdere è il 31 ottobre al Teatro EuropAuditorium. Il 16 novembre al Teatro Duse il Festival offre poi la rara occasione di ascoltare la Mingus Big Band, formazione che ha raccolto l’eredità musicale di Charles Mingus, straordinario artista di cui ricorre il centenario della nascita. Edu Lobo, uno dei massimi cantautori brasiliani di sempre, sarà protagonista invece della serata del 24 novembre al Teatro Celebrazioni assieme a un quartetto col quale ripercorrerà sessant’anni di successi.
Tantissimi gli appuntamenti disseminati tra i jazz club di Bologna. Alla Cantina Bentivoglio, il club cittadino dalla più lunga tradizione jazzistica, si avvicendano l’omaggio monkiano del trio MiXMONK, il trio del pianista e cantante Johnny O’Neal, il trio di caratura stellare con il pianista Kevin Hays, il contrabbassista Ben Street e il batterista Billy Hart e sul fronte italiano il quartetto “Connection” (con il trombettista Fabrizio Bosso, il sassofonista Rosario Giuliani e il Laboratorio Orchestrale “Bologna in Jazz” diretto da Michele Corcella) e il quartetto del batterista Marcello Molinari ampliato dalla presenza del sax di Stefano Bedetti. Al Camera Jazz & Music Club è di scena il jazz affine al mainstream statunitense, con il trio del pianista Renato Chicco, con l’aggiunta di Piero Odorici al sax, il trio della pianista Francesca Tandoi con in aggiunta il chitarrista Daniele Cordisco, il quartetto guidato dal trombettista Wallace Roney Jr. e il batterista Joris Dudli, la vocalità black della cantante Sharón Clark, l’omaggio alle musiche di Wayne Shorter servito dal quartetto del pianista Luca Mannutza, il quartetto con la leadership condivisa tra il sassofonista Doug Lawrence e il pianista Massimo Faraò, oltre al ruolo di primo piano del batterista Byron Landham e il quartetto della cantante Lara Luppi. Al Bravo Caffè invece si esplorano diverse prospettive musicali con il quintetto del trombettista giapponese Takuja Kuroda, le note brasiliane del chitarrista Marco Pereira, le vocalità di Judith Hill e di José James e un trittico di proposte made in Italy: il trio del pianista Francesco Cavestri, la cantante Karima e un Omaggio ad Annibale Modoni. Altri appuntamenti bolognesi sono al CUBO, al Conservatorio “G. B. Martini e al Teatro Manzoni (per una nuova partnership con l’Orchestra Senzaspine). Nel circuito anche Il Locomotiv Club, il Binario69 e Lo Sghetto Club. Tra attività didattiche ed eventi collaterali segnaliamo almeno la decima edizione del Progetto Didattico “Massimo Mutti” rivolto ai più giovani, con un ciclo di lezioni e quattro borse di studio per corsi internazionali di perfezionamento estivi; le lezioni musicali “Jazz Insights” con Emiliano Pintori; una serie di proiezioni cinematografiche che si terranno al Cinema Lumiére e una esposizione di fotografie di Ivano Adversi e Guido Samuel Frieri.
Il cerchio magico del jazz si allarga poi all’area metropolitana, dove segnaliamo l’originale concerto che si terrà a Castel Maggiore: un’esplorazione delle ancestrali sonorità sarde con lo specialista delle launeddas Luigi Lai e i S’Ard (30 ottobre, Teatro Biagi D’Antona). La più significativa tra le trasferte extra cittadine del BJF è invece quella che porta il BJF al Torrione Jazz Club di Ferrara. Anche qui si ascolterà il trio MiXMONK con Joey Baron (29 ottobre). Poi a seguire una vera antologia del modern jazz statunitense: l’astro nascente del vibrafono Joel Ross (4 novembre); il quartetto di Mark Turner (il 5); il quartetto “Little Big” del pianista Aaron Parks (l’11); il trio all stars con Kevin Hays, Ben Street e Billy Hart (il 12). Si continuerà quindi con molto jazz italiano e alcune proposte ‘esotiche’: il quartetto co-diretto da Rosario Giuliani e Fabrizio Bosso (il 18); il duo con Edmar Castañeda e Gregoire Maret, dall’insolita strumentazione (arpa elettrica e armonica cromatica; il 19); la Tower Jazz Composers Orchestra, formazione ‘padrona di casa’ (il 20); il quartetto all stars che riunisce le tastiere di Gil Goldstein, il sax di Pietro Tonolo, il contrabbasso di Marc Abrams e la batteria di Jorge Rossy (il 26).
Il BJF arriva pou sino alla Romagna, collaborando per i concerti principali di Jazz a Forlì. Il Teatro Mazzini ospiterà il trio MiXMONK, il duo formato da Enrico Rava e Fred Hersch, il quartetto di Mark Turner, l’incontro al vertice del jazz moderno con Kevin Hays, Ben Street e Billy Hart, il quartetto di Rosario Giuliani e Fabrizio Bosso. Simone Zanchini e Stefano Bedetti si esibiranno invece in duo al Ristorante Tennis Villa Carpena.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, TPER, Città Metropolitana di Bologna, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero della Cultura.
Allegati
- Data di pubblicazione
- 14/10/2022
- Ultima modifica
- 14/10/2022