- Data di pubblicazione
- 13/01/2025
- Ultima modifica
- 13/01/2025
Void. La nuova creazione di Wim Vandekeybus in prima nazionale
Il 16 gennaio al Teatro Bonci di Cesena, il 18 gennaio al Teatro Storchi di Modena
Si intitola Void, vuoto, la nuova creazione del celebre coreografo, danzatore e regista belga Wim Vandekeybus. Uno spettacolo che esplora il vuoto come spazio di possibilità e trasformazione e che vedremo in prima nazionale il 16 gennaio al Teatro Bonci di Cesena, e in replica il 18 gennaio al Teatro Storchi di Modena, nell’ambito del focus di drammaturgia fisica Carne, curato da Michela Lucenti.
Void è co-prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale insieme a prestigiosi partner internazionali come KVS Brussels’ Flemish City Theatre, Danseu Festival e Theater im Pumpenhaus. La creazione di Vandekeybus, sempre innovativa e provocatoria, intreccia movimento, scenografia essenziale e musica dal vivo per dare vita a una riflessione profonda sull’individualità e la complessità dell’essere umano (ne parliamo diffusamente nel podcast Dance Land di gennaio).
“Spesso pensiamo allo spazio vuoto come privo di significato, ma non è così”, commenta Vandekeybus. “Immaginate una sala d’attesa in un ospedale dove nessuno parla. Sembra vuota, ma sotto la superficie si muovono molte cose. Il vuoto rappresenta un potenziale infinito.” La scenografia di Void, curata dallo stesso Vandekeybus, è ridotta all’essenziale: fondali volatili, luci dinamiche e una macchina del fumo che trasforma continuamente lo spazio scenico. Oggetti di scena minimali vengono utilizzati dai performer per creare connessioni e interazioni magnetiche tra i corpi.
Sul palco, sei interpreti della compagnia Ultima Vez/Wim Vandekeybus – Iona Kewney, Lotta Sandborgh, Cola Ho Lok Yee, Paola Taddeo, Adrian Thömmes e Hakim Abdou Mlanao – esplorano mondi interiori complessi, portando alla luce temi di solitudine, lotta e autenticità. Artisti hanno contribuito attivamente alla costruzione dei loro personaggi, attingendo alle proprie esperienze personali e culturali.“Per me, il palcoscenico è un luogo dove esplorare esperienze estreme, che ribaltano le norme vigenti”, spiega Vandekeybus. “Non voglio rappresentare la vita sociale ordinaria in modo realistico. Piuttosto, mi interessa l’autenticità dell’esperienza individuale, le deviazioni affascinanti rispetto al percorso previsto.”
La musica originale, firmata da Arthur Brouns, fonde elementi elettronici e orchestrali con brani del batterista belga Lander Gyselinck e influenze jazz. I musicisti Kristofor Parvanov (violino), Fil Caporali (contrabbasso), Simon Leleux (percussioni) e Daniel Jonkers (tamburo) eseguono dal vivo un paesaggio sonoro che amplifica le dinamiche emotive e sceniche.
Gli spettatori avranno l’opportunità di approfondire i temi dello spettacolo partecipando ai dialoghi post-replica con Vandekeybus e la compagnia. A Cesena, il 16 gennaio, il confronto sarà moderato da Francesca Pedroni, critica de il manifesto; a Modena, il 18 gennaio, sarà Anna Bandettini, giornalista di la Repubblica, a moderare l’incontro.