Darwin, Nevada: un viaggio teatrale tra scienza, clima e informazione. Intervista a Marco Paolini
Dal 6 al 9 marzo a Cesena, dall'11 al 12 marzo a Bologna e dal 13 al 16 marzo a Modena
Un viaggio avventuroso, ironico e ricco di spunti di riflessione su due delle questioni più urgenti del nostro tempo: la crisi climatica e il rapporto tra conoscenza e informazione. Darwin, Nevada è il nuovo spettacolo di Marco Paolini, maestro del teatro civile e di narrazione, che torna a confrontarsi con una figura chiave della storia della scienza: Charles Darwin. Dopo aver raccontato Galileo Galilei in “ITIS Galileo”, Paolini affronta ora la genesi di una delle teorie più rivoluzionarie della storia: l’evoluzionismo. Novità fondamentale di questo lavoro è la regia affidata a Matthew Lenton, visionario regista britannico della compagnia Vanishing Point che il pubblico della nostra regione conosce già, poiché ERT ha già prodotto altri due suoi spettacoli, 1984 (2018) e Metamorfosi (2021). Lo spettacolo, andato in scena in prima nazionale al Piccolo Teatro di Milano, arriva al Teatro Bonci di Cesena dal 6 al 9 marzo, per poi fare tappa al Teatro Arena del Sole di Bologna (11-12 marzo) e al Teatro Storchi di Modena (13-16 marzo).
Abbiamo incontrato per voi Marco Paolini, ecco cosa ci ha raccontato:
Con Darwin, Nevada Paolini e Lenton portano in scena una riflessione profonda su come la scienza sia spesso scomoda ma indispensabile per comprendere il presente e affrontare il futuro. Lo spettacolo è frutto di una collaborazione con alcuni esperti scientifici, tra cui il filosofo della scienza Telmo Pievani, il paleontologo statunitense Niles Eldredge e lo storico della scienza britannico James Moore. Tre esperti coi quali l’artista aveva già discusso del pensiero di Darwin nel 2020 nel contesto di “Scienza, coscienza e conoscenza”, un’iniziativa promossa da ERT, Fondazione per l’Innovazione Urbana e Rai Radio3 Scienza. L’opera prende spunto da un fatto di cronaca reale: il misterioso furto dei taccuini di Darwin dalla biblioteca di Cambridge nel 2001 e la loro altrettanto enigmatica restituzione nel 2022. Da qui nasce un racconto che mescola realtà e finzione, ambientato nel deserto del Nevada durante il Burning Man Festival del 2023, un evento che, ironia della sorte, viene sconvolto da una pioggia torrenziale. Seguendo il filo della storia, Paolini conduce il pubblico in un viaggio che attraversa la ghost town di Darwin, in California, spostata per esigenze narrative nel vicino Nevada. Questo luogo diventa il simbolo di un’America conservatrice e protestante, dove il pensiero darwiniano incontra ancora forti resistenze. I dati raccolti da Gallup (Istituto statunitense per le ricerche statistiche e l’analisi dell’opinione pubblica) all’inizio degli anni 2000 mostrano infatti che il 45% degli americani crede che l’uomo sia stato creato nella sua forma attuale circa 10.000 anni fa, mentre un altro 40% ammette l’evoluzione, ma solo come processo guidato da Dio. Questo contesto fa da sfondo alla narrazione di Paolini, che con il suo stile ironico, in qualche modo brechtiano, solleva interrogativi sul rapporto tra fede, scienza e cultura popolare.
La trama segue due ragazze, Sue Ellen e Sunny (interpretate da Clara Bortolotti e Cecilia Fabris), che fuggono nel deserto con il loro camper e, nella confusione di una notte tempestosa, investono un uomo misterioso con dei quaderni di appunti. Chi è quest’uomo? E da dove provengono quei taccuini? Il personaggio dello sceriffo Ed (Stefano Moretti), un fondamentalista religioso, aggiunge ulteriori tensioni alla vicenda, facendo emergere il contrasto tra il rigore scientifico e la diffidenza nei confronti delle teorie evoluzioniste. Alla base dello spettacolo c’è un tema centrale: l’adattamento. Come spiega Paolini, il libro di Darwin ci insegna che la sopravvivenza non dipende dalla forza, ma dalla capacità di adattarsi ai cambiamenti. Un concetto che, oggi più che mai, si lega alla crisi climatica e alla necessità di un cambiamento radicale nel nostro modo di vivere e di pensare. “La mitigazione ha fallito. Ora dobbiamo raccontare l’adattamento. E l’adattamento sarà feroce”, dice Paolini.
Due gli appuntamenti collaterali a Cesena: il 7 marzo Cinema Eliseo è prevista la proiezione del film di Wim Wenders Il sale della terra (2014), che attraversa l’arte del fotografo brasiliano Sebastião Salgado insieme al figlio dell’artista, Juliano Ribeiro Salgado, coregista. In apertura Elena Ioli, divulgatrice scientifica e insegnante di fisica cesenate, presenta il libro Antartide come cambia il clima (Edizioni Dedalo, 2021). L’8 marzo è invece in programma un incontro con Marco Paolini e la compagnia, moderato da Emanuele Regi.
Video
- Data di pubblicazione
- 03/03/2025
- Ultima modifica
- 03/03/2025