I Diari d’amore di Ginzburg. Debutto alla regia teatrale per Nanni Moretti

Allo Storchi di Modena dall’8 al 12 novembre

30 ottobre 2023

A settant’anni e nel pieno di una carriera cinematografica straordinaria (ha fatto molto parlare di sé anche il suo ultimo film, Il Sol dell’avvenire), per la prima volta Nanni Moretti si confronta con una regia teatrale. Per il suo esordio l’iconico regista e attore sceglie la lingua delle commedie di Natalia Ginzburg, autrice della quale, ha spiegato in una intervista “mi interessa la capacità di raccontare la solitudine delle donne e la fragilità degli uomini”. Dopo il debutto torinese del 9 ottobre scorso, il dittico Diari d’amore (co-prodotto anche da ERT/Teatri Nazionale), composto da due atti unici di Ginzburg, Dialogo e Fragola e Panna – ripubblicati per l’occasione da Einaudi, arriva in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna dal 31 ottobre al 5 novembre e poi allo Storchi di Modena dall’8 al 12 novembre.

Lo spettacolo vede interpreti Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi, con le scene di Sergio Tramonti, le luci di Pasquale Mari, i costumi di Silvia Segoloni.
A questo straordinario cast di attori e attrici, il compito di ridar vita al corrosivo gioco della scrittrice, che nelle sue opere mette ironicamente in discussione i valori dell’universo borghese. Proprio come Nanni Moretti nel suo cinema. Con Natalia Ginzburg il regista ci mette infatti davanti a uno specchio che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita. L’autrice racconta d’altronde di nuclei familiari disarmonici, gente che si lascia vivere senza entusiasmi, esseri deboli, dai valori etici inconsistenti; con sguardo ironico apre il sipario su intimità domestiche nelle quali il conflitto cede il posto all’indifferenza, svelando la fatuità di uomini e donne emotivamente e moralmente inetti.

“Natalia Ginzburg – dichiara Valerio Binasco, protagonista dello spettacolo, direttore artistico del Teatro Stabile di Torino e profondo conoscitore del teatro della Ginzburg – per me è tra i più importanti autori italiani. Anche se la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità o dall’assurdo, il suo stile “semplice” e musicale, l’umorismo dolce e le partiture sofisticate delle “chiacchiere” che riempiono le sue opere arrivano a toccare corde emotive fortissime, restituendo grandezza e profondità a personaggi solo apparentemente “piccoli”. Si viaggia con ironia tra i toni malinconici di una poesia fatta di elementi quotidiani e domestici e si resta affascinati dalla musicalità originale dei suoi dialoghi. La Ginzburg ha una penna leggera, ma scava gli animi, e i suoi sono personaggi ritratti con incredibile maestria psicologica, degna di autori come Čechov”.