Il Giorno della Memoria a Teatro

Gli appuntamenti sui palcoscenici dell'Emilia-Romagna

21 gennaio 2025

Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa sovietica liberò il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, il più grande e tristemente noto tra quelli costruiti dai nazisti. Dal 2005 in questa data, che rappresenta simbolicamente la fine di uno dei capitoli più bui della storia, in tutto il mondo si celebra il Giorno della Memoria, appuntamento istituito dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto. Un appuntamento che anno dopo anno, con la scomparsa dei testimoni diretti, diventa più importante, poiché, nelle parole di Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto e difensore dei diritti umani “Dimenticare l’Olocausto sarebbe uccidere una seconda volta”.

Tenere viva la memoria è un dovere nei confronti del passato ma soprattutto è necessario per il presente e per il futuro. In Emilia-Romagna sono molti gli eventi legati a questa giornata, con appuntamenti che mirano a sensibilizzare le comunità. Protagonista di molte giornate è il teatro, merito anche di una consapevolezza, ormai largamente acquisita, che sapere come sono andate le cose è fondamentale ma non basta, e che i linguaggi artistici possono davvero offrire l’opportunità di una prossimità emotiva che scavi nel profondo delle coscienze.

A Parma, dal 25 gennaio al 2 febbraio, Fondazione Teatro Due ripropone ai cittadini l’appuntamento rituale con la Storia e la Memoria, L’Istruttoria di Peter Weiss con la regia di Gigi Dall’Aglio. A più di quarant’anni dalla nascita di questo lavoro e dopo la scomparsa del suo regista, nel 2020, torna in scena ancora una volta questo straordinario viaggio nel passato. Il testo venne infatti scritto da Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz.

A Bologna, il 24 gennaio, nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna con l’Istituto Storico Parri – Bologna Metropolitana, e dedicate alle Artiste e ribelli: donne che hanno scritto la Memoria, la sociologa e storica dell’arte Eliana Como con la clarinettista Letizia Elsa Maluà propone Vita? O Teatro? Omaggio a Charlotte Salomon, un recital di parole e musica (v.le A. Moro, 50, per partecipare scrivere a: alcittadinanza@regione.emilia-romagna.it). Il 27 gennaio alle 18, al Teatro del DAMSLab è in programma invece Hitler fa gola a tutti, un incontro sui terribili rispecchiamenti fra arte e potere in cui il regista e drammaturgo Marco Martinelli (co-fondatore del Teatro delle Albe) affronta, in dialogo con Gerardo Guccini, il substrato politico e gli intrecci fra passato e presente della sua ultima drammaturgia “Lettere a Bernini” (Einaudi, 2024). Il 2 febbraio, all’Oratorio dei Fiorentini della Banca di Bologna (Corte Galluzzi, 6), si vedrà poi Il Capitano – Atto unico di Renzo Fracalossi, a cura del Club Armonia, in collaborazione con Banca di Bologna Mediocredito Trentino Alto Adige, CGIL, CISL e UIL – Trento.

Al Teatro Laura Betti di Casalecchio, il 23 e 24 gennaio (poi al Teatro degli Atti di Rimini, il 26 e 27 gennaio, e al Teatro Rasi di Ravenna, il 29 gennaio) va in scena Impronte dell’anima, uno spettacolo di teatro civile e di testimonianza, che racconta lo sterminio delle persone disabili nel periodo nazista. In trecentomila, tra uomini, donne e bambini, furono eliminati in Germania tra il 1939 e il 1945. Oggi, a raccontare questa storia, sono gli attori-di-versi della Compagnia Teatro La Ribalta, guidata da Antonio Viganò. Uomini e donne che, secondo i parametri nazisti dell’epoca, erano “vite non degne di essere vissute”. Sul palco saranno intenti a tracciare un racconto che, un tempo, voleva negare loro la possibilità di esistere e di vivere. Sono testimoni, “sopravvissuti” a quella immane e terribile tragedia.
Al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore, per la Stagione Agorà, il 25 gennaio va invece in scena In quelle tenebre di Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco, un reading che ripercorre la storia di Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia, nel 1942-1943, l’unico comandante di un campo portato davanti a un tribunale. Sopravvissuto alla guerra e fuggito in Brasile, viene arrestato nel 1967 e rinchiuso a Düsseldorf, in Germania, dove nek 1971, Gitta Sereny, una giornalista inglese ebrea, nata in Austria e di origini ungheresi, lo intervista per 70 ore, facendosi raccontare la sua vita.

Il 27 gennaio al Teatro Storchi di Modena, il direttore di ERT/Teatro Nazionale Valter Malosti, con Danilo Nigrelli, porta in scena L’ora del colloquio, letture sceniche dai carteggi tedeschi di Primo Levi con numerose personalità di area tedesca e austriaca tra le quali lo storico austriaco antifascista Herman Langbein, il traduttore Heinz Riedt, l’ingegnere chimico Ferdinand Meyer, conosciuto durante la prigionia ad Auschwitz (ingresso gratuito con prenotazione consigliata). La lettura scenica sarà anticipata, nel Ridotto del Teatro, da Parlare con i tedeschi. Primo Levi e un dialogo necessario, incontro a cura di Fausto Ciuffi, di Fondazione Villa Emma. Sempre il 27 gennaio, alle 20.30, il Teatro Comunale Pavarotti-Freni  propone il Concerto della Memoria e del Dialogo presentato in collaborazione  con gli Amici della Musica:  una tradizione che si  si rinnova o da oltre dieci anni come ricerca umana e artistica finalizzata a valorizzare temi collegati alle parole-chiave ‘Memoria’ e ‘Dialogo’. Il programma presenta un repertorio di autori vittime della Shoah e morti nel campo di sterminio di Auschwitz a fianco di nuovi brani e arrangiamenti del compositore Paolo Marzocchi.

Nella Sala Fellini di Faenza, il 23 gennaio, si vedrà poi Volevo Risarcirvi, spettacolo teatrale di Menoventi, con Donatella Allegro e Rossella Dassu, che parte da una valigia rimasta chiusa e custodita in un armadio per venticinque anni. Nella valigia, le registrazioni delle testimonianze di oltre 50 prigionieri politici sopravvissuti al campo di concentramento. Lo spettacolo, realizzato nell’ambito del progetto “A tutti, Voci dalla Storia” ideato da Associazione Liberty, è una trasposizione teatrale di quei frammenti di passato, che tenta un dialogo con gli spiriti di queste sfortunate persone e che osserva le evoluzioni del totalitarismo, uno spettro che volteggia ancora sul nostro capo.

A Ravenna, oltre a quello con La Ribalta, l’appuntamento è con Quelle ragazze ribelli. Storie di coraggio, spettacolo a cura del Teatro Due Mondi, dedicato alle storie di coraggio di giovani donne, in scena alle Artificerie Almagià il 31 gennaio. Nell’opera vengono raccontate vicende di donne straordinarie, che hanno avuto la forza di far valere la propria personalità, le proprie idee, passioni e aspirazioni, lottando per difendere i diritti umani fondamentali.

Nel riminese, oltre a Impronte dell’Anima agli Atti, segnaliamo che al Teatro Villa di San Clemente il 25 gennaio va in scena una performance intitolata Dille che lì c’è il sole, che trae spunto da Lettere di Louise Jacobson dal Liceo ad Auschwitz e dalla pièce Sette bambine ebree-un dramma per Gaza di Caryl Churchill. Lo spettacolo vede in palcoscenico alcune allieve della Compagnia Giovani ed è il primo di una serie di appuntamenti che il gruppo, curato da Giorgia Penzo, costruirà da gennaio a maggio per il pubblico del Villa.

Al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, l’1 e 2 febbraio, c’è invece uno spettacolo dedicato ai più giovani: è Brundibár, opera per ragazzi su libretto di Adolf Hoffmeister, con musica di Hans Krása, una fiaba a lieto fine per bambini, la cui genesi è però dolorosamente intrecciata alla persecuzione degli ebrei ed all’Olocausto.