Lazarus. Manuel Agnelli è “l’alieno” di Bowie

All'Arena del Sole di Bologna dal 26 aprile al 30 aprile

18 aprile 2023

È un’opera rock che tocca l’anima e sprigiona energia vitale, Lazarus di David Bowie. Assieme all’album Blackstar, è considerata il testamento creativo del grande artista britannico, il suo regalo d’addio. Il debutto mondiale dell’opera scritta assieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh è datato infatti 7 dicembre 2015 a New York e sarà quella l’ultima apparizione in palcoscenico di Bowie prima della sua morte. Da allora lo spettacolo ha girato tutto il mondo, in diverse versioni, e finalmente a otto anni dalla prima a Off Broadway sbarca anche in Italia, grazie a un progetto di ERT /Teatro Nazionale che ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale e ha messo in piedi un’imponente produzione che coinvolge molti altri Teatri Nazionali. La prima nazionale è stata al Teatro Bonci di Cesena dal 22 al 26 marzo con la regia del direttore di ERT Valter Malosti, da sempre grande appassionato di Bowie, che ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh. Dopo Cesena, lo spettacolo  è stato a Modena e sara a Bologna, dal 26 al 30 aprile all’Arena del Sole,  e proseguirà con una lunga tournée che comprende anche altre due città della nostra regione, Rimini e Ferrara.

Nel ruolo del protagonista Newton, l’alieno caduto sulla terra, c’è una star della musica italiana, Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, fan di Bovie da sempre, che approda al teatro affiancato dalla cantautrice vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti. Ma il cast è molto più ricco e comprende ben undici interpreti, Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini, e sette straordinari musicisti, Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo “ROST” Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti, che guidati dal progetto sonoro e dalla produzione musicale di GUP Alcaro, presenteranno arrangiamenti originali dei più grandi successi di David Bowie, da Heroes a Life on Mars?, fino a Changes, e dei cinque brani che l’artista scrisse appositamente per lo spettacolo, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera.

Lo spettacolo d’altronde è una vera e propria opera contemporanea, una visione corale che intreccia linguaggi diversi riprendendo le vicende del migrante interstellare Thomas Jerome Newton de L’uomo che cadde sulla terra (The Man Who Fell to Earth, 1963) di Walter Tevis e del successivo film L’uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg (1976), grande prova d’attore del Duca Bianco. È insomma un personaggio che riaffiora periodicamente nella sua storia, un po’ come un fantasma. “Forse Bowie dà vita a quest’opera per liberare o liberarsi di quel personaggio – riflette Malosti – così come ha fatto nel video di Blackstar con l’altrettanto malinconica epopea di Major Tom di Space Oddity e ancor prima con Ziggy Stardust, di cui ha inscenato la morte nella magnifica mostra David Bowie is, riponendo il manichino coi vestiti di Ziggy in una teca-sarcofago simile a una camera di ibernazione”. La versione di Bowie e Walsh è infatti una sorta di sequel del libro di Tevis e del film di Roeg. L’alieno è ancora sulla Terra, sempre più isolato dal mondo: rinchiuso nel suo appartamento, in preda ai fantasmi della sua psiche che mescola realtà e sogno. I dialoghi visionari, surreali, neri e poeticamente grotteschi, con personaggi che forse sono proiezioni della mente delirante di Newton, si alternano alle canzoni che danno forma a una playlist indimenticabile.

Video

Lazarus | intervista a Manuel Agnelli

Lazarus | Intervista a Casadilego

Lazarus | Intervista a Valter Malosti