- Data di pubblicazione
- 24/10/2024
- Ultima modifica
- 24/10/2024
Un amore impossibile. Il Mulino di Amleto porta in scena il capolavoro di Mouawad
Dal 25 al 27 ottobre al Teatro Storchi di Modena
Se a teatro si cercano opere capaci di parlare davvero al presente e di entrare nel dibattito pubblico più attuale, Come gli uccelli del drammaturgo franco-libanese Wajdi Mouawad è uno di quei lavori di scrittura contemporanea che non delude le aspettative. Lo si vedrà dal 25 al 27 ottobre al Teatro Storchi di Modena nell’ambito di Opening-Showcase Italia (ERT/Teatro Nazionale), in un allestimento diretto dal regista Marco Lorenzi (nella traduzione di Monica Capuani), e co-prodotto da ERT. Il testo, messo per la prima volta in scena a Parigi nel 2017 dallo stesso drammaturgo, nel 2019 è stato un vero e proprio caso europeo. In Italia il testo è appena stato pubblicato in italiano da Einaudi, proprio a seguito dello spettacolo del Il Mulino di Amleto, fondata da Marco Lorenzi con Barbara Mazzi, che dal 2009 lavora a testi classici e contemporanei portando all’attenzione del pubblico italiano autori e autrici stranieri noti e meno noti.
La prima nazionale dello spettacolo si è tenuta a Torino, in una data assai particolare: il 10 ottobre 2023, cioè tre giorni dopo i tragici fatti del 7 ottobre scorso. Questa vicinanza di date è carica di senso poiché il testo racconta la storia di un giovane tedesco di origine israeliana e una giovane americana di origini palestinesi, che si incontrano in una biblioteca di New York e si innamorano. Oggi, un anno dopo quel debutto, e un anno dopo quel 7 ottobre, con tutto quanto è accaduto sul piano politico, bellico e umanitario, la straordinaria forza drammaturgica della scrittura di Mouawad, che procede per simboli e archetipi, risuona ancora più intensamente.
Il testo intreccia vicende personali e grande Storia, offrendo al pubblico una riflessione su conflitti tragicamente attuali. “Tous des oiseaux è grande teatro – spiega Lorenzi –. Il grande teatro che intreccia la grande Storia con quelle più piccole e intime che appartengono alla nostra vita e ai nostri desideri, che dilata il tempo mentre ci perdiamo in un rito potente ed emozionante che non parla solo di noi ma dei grandi movimenti della Storia stessa. Che ci tocca profondamente l’anima mentre urla con prepotenza le sue domande politiche e umane. Che non ci lascia indifferenti di fronte all’amore e alla crudeltà dell’essere umano”.
L’incontro tra i due giovani dalle origini rispettivamente israeliane e palestinesi ha infatti conseguenze tragiche, poiché Eitan e Wahida, così si chiamano, vanno incontro a un drammatico destino: sull’Allenby Bridge, il famoso ponte che collega, e al contempo divide, Israele e Giordania, Eitan rimane vittima di un attentato e cade in coma. In questa dimensione sospesa, in cui si superano i confini di tempo e di spazio, vengono ripercorse le vicende familiari di diverse generazioni ambientate in diversi luoghi geografici, generando un labirinto di storie, eredità dimenticate, lotte fratricide. Un’indagine emotiva sulla propria identità culturale che riporta alla luce conflitti ideologici solo apparentemente dimenticati ponendo urgenti questioni politiche, in uno scenario tragicamente attuale.
A interpretare i numerosi personaggi, Aleksandar Cvjetković, Elio D’Alessandro, Said Esserairi, Lucrezia Forni, Irene Ivaldi, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Federico Palumeri e Rebecca Rossetti: un cast di interpreti provenienti da diversi paesi, origini e biografie, che reciteranno in varie lingue. Lo spettacolo dopo Modena avrà altre tappe nella nostra regione: dal 14 al 16 febbraio 2025 al Teatro Galli di Rimini, dal 3 al 6 aprile all’Arena del Sole di Bologna.
ASCOLTA qui IL PODCAST CON L’INTERVISTA A MARCO LORENZI