- Data di pubblicazione
- 06/10/2023
- Ultima modifica
- 09/10/2023
VajontS 23. Un’azione corale di teatro civile che il 9 ottobre attraversa tutta l’Italia
I teatri dell’Emilia-Romagna che hanno aderito alla chiamata
Era il 9 ottobre del 1997 quando Marco Paolini portava in scena in prima serata su Rai Due Il Racconto del Vajont, in una diretta televisiva seguita da ben tre milioni e mezzo di spettatori. Numeri da capogiro per uno spettacolo teatrale, che sarebbe diventato un vero e proprio cult italiano, dando peraltro forte impulso alla diffusione del genere “teatro di narrazione”. A venticinque anni da quella storica diretta, e nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2000 persone, la sera di lunedì 9 ottobre 2023 l’opera torna in una nuova speciale versione intitolata VajontS 23, un’azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in oltre centotrenta teatri dall’Alto Adige alla Sicilia e anche all’estero.
Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale dei teatri e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, a luoghi della società civile come scuole, chiese, centri civici, biblioteche, piazze di quartiere e centri parrocchiali, e ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
A lanciare l’impresa di questo evento di teatro diffuso, il più grande mai realizzato in Italia, è stato proprio Paolini, che insieme al drammaturgo e regista del Teatro delle Albe Marco Martinelli, ha riscritto l’opera in una versione corale che fungerà da canovaccio per gli oltre cento allestimenti previsti. Ciascun teatro, artista o cittadino coinvolto rileggerà infatti l’opera in relazione alle peculiarità del proprio territorio, e alle tante catastrofi annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi: in Toscana l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte l’esondazione di Po e Tanaro nel 1994, in Veneto le alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania la frana di Sarno del 1998, in Friuli gli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige la valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna l’alluvione di maggio.
A venticinque anni dal racconto televisivo la storia del Vajont non è più solo un racconto di memoria, ma parla dell’oggi e del futuro, della sottovalutazione dei rischi in un’epoca in cui la crisi climatica è già realtà quotidiana. “Quella del Vajont – scrive Marco Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Noi non siamo scienziati, né ingegneri, né giudici. Non raccontiamo per giudicare ma perché sappiamo che il racconto muove, attiva un algoritmo potente della nostra specie: i sentimenti, le emozioni. Le emozioni sono leve che lasciano segni durevoli, avvicinano chi è lontano, le emozioni sono la colla di un corpo sociale”.
Moltissime sono le realtà e gli artisti della nostra regione che hanno risposto alla chiamata. Tra questi, a Piacenza VAJONTS 23 sarà messo in scena da Teatro Gioco Vita, con la cura di Nicola Cavallari, con il contributo di Comune di Piacenza e Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’appuntamento è al Teatro Filodrammatici, dalle ore 10 alle ore 22 a cadenza oraria nel cartellone del Festival di teatro contemporaneo “L’altra scena”. A Reggio Emilia, VajontS 23 sarà invece messo in scena al Teatro Ariosto (ore 20.30) dalle realtà teatrali cittadine che hanno aderito al progetto e che stanno collaborando: Fondazione I Teatri, Centro Teatrale MaMiMò, TeatrO dell’Orsa, Associazione 5T, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e dell’Assessorato alle Politiche per la Sostenibilità del Comune di Reggio Emilia. La regia sarà di Monica Morini (Teatro dell’Orsa) e di Cecilia Di Donato (Centro teatrale MaMiMò) con la partecipazione di Bernardino Bonzani, Riccardo Bursi, Cecilia Di Donato, Lucia Donadio, Francesca Grisenti, Monica Morini, Chiara Ticini, del coro composto da allieve e allievi del Teatro dell’Orsa/Casa delle storie e del Centro Teatrale MaMiMò e con la partecipazione della Banda di Felina e i contributi video di Alessandro Scillitani.
Al Teatro Laura Betti di Casalecchio, sarà invece l’attore e regista Massimiliano Briarava, già curatore di un laboratorio realizzato con gli studenti del Salvemini che parlava del fiume Reno, a curare l’evento sul filo dell’incontro tra questo fiume e la monumentale Chiusa e la memoria delle vittime della tragedia del Vajont (inizio spettacolo ore 21.15)
Anche il Comune di Rimini e il Teatro Galli hanno aderito al progetto voluto da Marco Paolini, lanciando a loro volta una chiamata a tutte le compagnie del territorio: hanno risposto 12 compagnie, per un totale di più di 20 artisti, che a partire dalle ore 21 sul palcoscenico del Teatro Galli daranno vita a una orazione civile collettiva, con il coordinamento e la regia di Teodoro Bonci del Bene. Un progetto che rappresenta la prima forte espressione teatrale di quel percorso di condivisione avviato attraverso la Candidatura di Rimini e la Romagna a Capitale italiana della cultura per il 2026 e che per Vajonts 23 vedrà il Teatro riminese dialogare con alcune tra le principali istituzioni teatrali della Romagna che hanno aderito al progetto di Paolini, come Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale a Cesena, Ravenna Teatro e Accademia Perduta a Forlì e Bagnacavallo.
A Cesena, grazie appunto all’adesione al progetto di ERT / Teatro Nazionale e Comune di Cesena, l’opera sarà sul palco del Teatro Bonci. L’appuntamento è alle 21.15 con una lettura pubblica, coordinata dal regista e attore cesenate Michele Di Giacomo, in cui la storia recente della città colpita a maggio dall’alluvione affiora in filigrana alle vicende della diga del Vajont, di Longarone e degli altri paesi della valle del Piave, attraverso le parole dei tre narratori, gli attori Michele Di Giacomo, Eleonora Giovanardi e Matteo Sintucci, con un coro di cittadine e cittadini e le voci dirette di tre membri della comunità che ha vissuto l’esondazione del fiume Savio.
A Forlì, al Teatro Piccolo, VajontS 23 è messo in scena dai ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, che hanno partecipato al Laboratorio di Teatro e Musica condotto dall’attrice Daniela Piccari e dal musicista Andrea Alessi. A Bagnacavallo, La Bottega dello Sguardo (biblioteca-mediateca dedicata alle discipline dello spettacolo), in collaborazione con Accademia Perduta/Romagna Teatri, propone la lettura corale Del Vajont e d’altre acque: una drammaturgia di Renata M. Molinari nata dall’intreccio tra il testo di Marco Paolini e gli scritti di 11 cittadine e cittadini della Romagna, soci e amici della Bottega. Al Teatro Rasi di Ravenna alle 21 va in scena la riscrittura del testo originale in chiave corale operata da Marco Martinelli, con protagonisti cittadini e cittadine della Chiamata Pubblica. La narrazione è affidata agli attori Alessandro Argnani, Camilla Berardi e Roberto Magnani; corifeo Marco Saccomandi; con il coro delle cittadine e dei cittadini del Cantiere Malagola.
A Brisighella, al Teatro Pedrini, andrà in scena Storia di un mulino che non c’è più… e di una diga che c’è ancora con i fratelli Gianni e Paolo Parmiani che porteranno sul palco la loro esperienza vissuta durante l’alluvione, quando la rotta del Santerno ha spazzato via il vecchio mulino di famiglia, residenza del loro padre, salvatosi per miracolo.
A Bologna, la La Baracca – Teatro Testoni Ragazzi dà invece appuntamento alla Sala Centofiori alle 21.00. L’appuntamento a Minerbio è a partire dalle 21.00 presso il Teatro parrocchiale della Chiesa San Giovanni Battista, in via Garibaldi 7/2. Lo spettacolo, curato da Babylonbus APS, prevede una rilettura del testo originario.